Un po' d'Italia nel drunk food
Nell'elenco dei cibi post sbronza, stilato da Buzzfeed, spunta anche una gloria italica
BuzzFeed, facendo una lista di 20 drunk food da sperimentare in giro per il mondo, tutti ovviamente ad alto contenuto calorico.
Scorro incuriosita l’elenco e tra un okonomiyaki, sorta di pancake giapponese dentro cui infilare ogni ben di Dio (polpo, gamberetti, formaggio, carne di maiale, cavolo ecc.), e un champ, botta di vita all’irlandese a base di patate, cipolla, latte e burro senza remore, mi imbatto in una visione gastronomica familiare, che porta il nome di Porchetta Sandwich. Ebbene sì, il nostro panino con la porchetta viene posto ufficialmente fra i cibi da assaggiare e, addirittura marchiato con l’hashtag #porkgasm, lo si inserisci fra le estasi culinarie.
Moto d’orgoglio nazionale e poi veloce si abbatte il senso di incompletezza: e il panino con la salamella che impera dai furgoncini agli angoli della strade metropolitane? E il pane ca’ meusa che delizia i palati siciliani? Dove li mettiamo poi gli gnummareddi pugliesi o la trattalia sarda, spiedini preparati con le interiora dell’agnello o del capretto? O l’incandescente morzello e il sempreverde lampredotto? Non so se si possano definire drunk food, ma di certo queste e tante altre prelibatezze nostrane meritano un posto ad honorem nella classifica delle esperienze gastronomiche da provare. Almeno una volta nella vita, sia in condizione alticcia che in quella sobria.
(foto: parlafood.com)