Casereccio, che bontà!

Perché un locale angusto, dove è tortuoso muoversi e, una volta raggiunto il tavolo, prenotato dopo lunga attesa, si rischia di mangiare sotto lo sguardo ansioso e «invidioso» di chi è in trepida attesa, ha uno straordinario successo di appassionati da ogni parte del mondo?

Made in Italy

È la magia, l'armonia disordinata di una pizzicheria, trasformata in «dietro al banco» che profuma di cultura materiale, "disegnato" da due fratelli, Alessandro e Pierluigi Roscioli che non sono architetti, ma maestri di qualità alimentare. Chi volesse conoscere il patrimonio di giacimenti gastronomici made in Italy può fare un tour in questo locale nella fascinosa Roma de' Campo dei Fiori.

Ho sempre sostenuto che la straordinaria qualità del prodotto è la cartina di tornasole di grandi piatti; la cucina dei Roscioli lo dimostra. Infatti le proposte, alla lettura, sono semplici, quasi caserecce, ma per questo più esposte all'errore.

All'assaggio della carbonara, del cacio e pepe, della matriciana, della gricia e pure dei rigatoni con burro al limone e bottarga di Cabras, il servizio di sorveglianza di Alessandro è particolarmente attento, ma il cuoco tunisino (è lui l'autore della famosa carbonara) lo è altrettanto.

L'ingrediente ha mille controlli (per quattro giorni sono mancate le uova di Parisi, la carbonara è stata sospesa). Non solo primi piatti, ma tra gli antipasti ci sono autentici giacimenti: la mortadella fatta a mano, il tonno rosso stagionato, la burrata, così come nell'offerta dei formaggi: la mozzarella di bufala dop di Paestum, i molli, i puzzolenti, quelli rari d'alpeggio e uno straordinario fiore sardo.

Grande spazio anche a carne e pesce, il tutto accompagnato da un'enciclopedia del vino.