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All'Osteria La Sangiovesa di Santarcangelo di Romagna

All'Osteria La Sangiovesa si respira la vera Romagna, che si esprime negli arredi e anche in cucina, con prodotti a filiera molto corta e pasta fresca delle sfogline



Avevo già respirato quel soffio di Romagna, ancor prima che la Sangiovesa aprisse i battenti. Prima del 1990 Manlio Maggioli, inventore dell’editoria “pubblica”, e Tonino Guerra mi hanno fatto visitare i locali dell’antico Palazzo nobiliare, che fu dei conti Nadiani, a Santarcangelo di Romagna, annunciandomi che in quel luogo, sarebbe sorta un’Osteria, già battezzata, in modo geniale, da Alteo Dolcini (pater dei vini romagnoli doc): La Sangiovesa.
La Sangiovesa l'Osteria di Sant'Arcangelo di Romagna

Osteria La Sangiovesa, uno spaccato di Romagna autentico

Negli anni il palazzo, un edificio del Settecento, è stato riportato dalla famiglia Maggioli nelle sue architetture originarie fatte di mattoncini, pietre sconnesse e salette concatenate. Gli arredi dell’Osteria, nel rispetto della storia del territorio, sono materiali di recupero di ville, cascinali o scoperti nei mercatini locali.

Le sale, una dopo l’altra, sono dedicate alle grandi figure che hanno fatto la storia di Santarcangelo, antico borgo, un paese d’altri tempi, vivace culturalmente, sede della storica stamperia Marchi, le cui tele fanno bella mostra nella Sangiovesa.

Uno spaccato di Romagna autentico, senza fronzoli, che si rispecchia pienamente nella cucina da assaggiare, magari, nella sala Caracci dove i quadri del pittore fanno corona ai tavoli.
I cappelletti in brodo de La Sangiovese di Sant'Arcangelo di Romagna

Come si mangia alla Sangiovesa

Il cuoco, Massimiliano Mussoni, mostra la sua romagnolità: semplice, non porta nastrini o galloni, non ha fatto stage o comparsate da stellati, mette in tavola una cucina verace di grande livello, dove la filiera è a pochi chilometri e i prodotti non arrivano, già sezionati, per via aerea o ferroviaria.

Carni, salumi, vino e olio sono prodotti in Saiano, la tenuta agricola dei Maggioli (dove si trova anche l’Olfattorio di Baldo Baldinini, produttore di vermouth, gin, bitter) e Mussoni li trasforma al meglio, a cominciare dalla pasta.
Le tagliatelle al ragù de La Sangiovesa di Sant'Arcangelo di Romagna
Le sfogline sono a vista e non per corrispondenza, così si può assistere anche alla “nascita” della piadina. Ho gustato un piatto di cappelletti e le tagliatelle al ragù da 5 stelle (ho sentito aria di nonna), preceduti da un crostino grigliato di pagnotta pasquale con fegatini di castrato e marmellata di cipolle.

Il seguito è stato ancor più gustoso: trippa di scottona alla contadina e soprattutto il raro germano reale, prima marinato (succhi di limone e arancio), poi rosolato lentamente e quindi un invitante capretto marinato con fondo di ossa e tartufo nero, poi cotto.
La trippa de La Sangiovese di Sant'Arcangelo di Romagna
Non mi è mancata ovviamente la zuppa inglese, ma ci sarà di certo una prossima volta perché non ho mangiato la torta allo squacquerone e le lasagne verdi.

La carta dei vini offre il meglio della Romagna: non solo sangiovese. E, dopo aver centellinato il caffettone e lo spinoso dell’Olfattorio, il borgo Santarcangelo merita due passi.
La Sangiovesa di Sant'Arcangelo di Romagna

Contatti

Osteria La Sangiovesa

Piazza Beato Simone Balacchi 14, Santarcangelo di Romagna (RN)
0541.620710
www.sangiovesa.it

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