Romano: il ristorante di pesce a Viareggio

Chi sceglie il ristorante per farsi vedere, chi il locale modaiolo per sedersi vicino al Vip di turno, chi lo stellato per farsi un selfie o per acquistare il libro dello chef, con tanto di richiesta di autografo. Queste tipologie fotografano antropologicamente (alla maniera di J. Finkelstein, sociologa autrice di “Andare a pranzo fuori”) i clienti secondo la preferenza del locale.

Mangiare fuori senza selfie

Fuori moda ormai la scelta di mangiare fuori in tranquillità i piatti curati senza cotillon, con ingredienti freschi, magari di mercato, serviti con competenza e attenzione.

Una tipologia, questa, che scarseggia, ogni giorno di più, mentre le prime descritte sono sempre sulla cresta dell’onda.

Che dire? Mi pare pleonastico aggiungere dove vanno le mie preferenze con un indirizzo: il ristorante Romano di Viareggio, le cui caratteristiche sono ben chiare, non appena messo piede nel locale.

Cosa si mangia al ristorante Romano di Viareggio

La scena: tutti i tavoli occupati da clienti che non si guardano attorno per intravedere il personaggio noto, conversano tra loro, presi dal piatto che stanno gustando e dal calice di vino che stanno bevendo.

Non si notano sui tavoli gli smartphone, pronti allo scatto da inviare agli amici per avere la conferma del like: “questo che vedi è un piatto straordinario per i colori e la forma, non conosco ancora sapori e profumi che importa, la foto comunque è riuscita bene”.

Cinquant’anni, e oltre, di storia di Romano (famiglia Franceschini), solo per l’anagrafe. La cucina è sempre contemporanea: pesce fresco (o anche vivo all’arrivo in cucina) selezionato dal patron, che visita spesso il fornito mercato di Viareggio o le barche dei pescatori.

Crudi di pesce, e non solo

Così l’assaggio della fantasia di pesce crudo, servito in più servizi, è sempre di giornata, come l’insalata di crostacei, pesci e calamaretti.

Piatti semplici all’apparenza, in realtà cucinati con grande capacità culinaria, a cominciare dagli straordinari calamaretti ripieni di verdure e crostacei o la zuppa di pesci cotti e crudi, con una salsa che sembra un cacciucco.

Grande scelta tra i primi piatti: si passa dalla delicatezza dei tagliolini al limone, frutti di mare e zucchine fiorite, alla sapidità dei bulloni di pasta di pane come “m’impepata e cozze”.

L’ampia carta (sono presenti anche piatti di carne, quale il piccione) di volta, in volta, offre anche nuove proposte, a cominciare dall’intelligente ricorso al quinto quarto “ittico”: le avvolgenti trippe di baccalà con Funghi cardoncelli e zenzero, un caleidoscopio di sapori, ben equilibrato e ancora l’originale spaghettino tiepido al latte di aringa, le sue uova e asparagi bianchi.

La cantina è da sempre un altro punto di forza di Romano, a suo tempo produttore di vino e di olio, ben fornita di etichette prestigiose italiane e francesi, curata con grande competenza dal figlio Roberto.