La cucina italiana? È verace
La tradizione e la cultura dell'Italia in cucina. I veri protagonisti della cucina italiana, gli artigiani del made in Italy
Che vespaio il summit sulla cucina italiana! Critiche per la mancanza di Marchesi o di altri cuochi del jet set culinario. In realtà le assenze sono state ben più “pesanti”. Non sono stati convocati i veri protagonisti della cucina italiana: casari, macellai, mugnai, allevatori di maiali, di manzi, di pecore, di capre, di galline, viticoltori, olivicoltori, pescatori.
Cucina di prodotto o Haute Cuisine?
Strano perché la sede dell’incontro è stata il Ministero delle Politiche Agricole, ovverosia la casa madre dei prodotti made in Italy, “debilitati” dall’Italian Sounding. È, o non è, una cucina di prodotto, quella italiana, sbandierata come tale, quando torna comodo, oppure all’improvviso, grazie alla tv sì è trasformata in haute cuisine, di cui non c’è mai stato traccia nella storia tricolore?
Da sempre si afferma che il cibo è cultura materiale, in Francia dove l’alta cucina esiste da centinaia di anni, giustamente è il Ministero della Cultura ad occuparsene, perfino con una festa nazionale della Cucina, mentre l’Agricoltura promuove con grandi risultati champagne, vini, foie gras, agnelli presalè, carni, polli di Bresse, massicciamente utilizzati nelle cucine top italiane, così come i salmoni e il merluzzo del Nord Europa, gli agnelli australiani, le carni giapponesi o americane, il caviale russo e cinese.
I ristoranti italiani
Purtroppo larga parte dei ristoranti italiani di cosiddetta alta cucina (?), aperti all’estero hanno sempre avuto poca fortuna (l’elenco di chiusure, anche recenti è consistente) mentre hanno avuto successo locali, meno chef system, che hanno promosso cucine semplici, grazie ai quei piatti popolari, conosciuti nel mondo, vera attrazione dei turisti che girano l’Italia.
La cucina italiana, fino a quando non subirà una rivoluzione (così come in Spagna o nel Nord Europa), ma solo riforme di interpreti di ricette "tradizionali" destrutturate o scomposte nella forma, rimarrà sempre una, nessuna, centomila, ma dipendente dai prodotti (anche nella bilancia commerciale) e non da cuochi compositori, oggi “rara avis”.
Sine qua non