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Arancini di strada

Per le strade di Milano si aggira Lùbar, l'ape car di street food siciliano


Un’indagine recente ci informa che a Milano nei primi nove mesi del 2014 sono stati aperti oltre 600 tra bar e ristoranti.  Il dato interessante è che oltre il 40% dei titolari hanno meno di 35 anni.  Una sorta di nuova mecca.  Un po’ come impiegarsi quale bancario negli anni Sessanta, giocare a fare il calciatore negli anni Ottanta e inventarsi startupper negli anni Duemila.  Il dato meno interessante è che, allargando l’orizzonte temporale, il 25% di queste nuove imprese chiude i battenti entro i primi 24 mesi.  Che il restante 60% finisca nel dimenticatoio, superato l’abbrivio iniziale dato da Expo, uffici stampa e food bloggers compiacenti, ce lo dice il buonsenso.

Tra queste nuove avventure imprenditoriali anche in Italia, seppur in ritardo rispetto al resto del mondo (basti pensare al Choux d’enfer parigino by Alain Ducasse), lo Street food (chiediamo venia ai voraci lettori della Crusca, ma cibo da strada è musicalmente molto zoppicante) si sta ritagliando un ruolo sempre maggiore in questa "Valle di Giosafat" dei tempi moderni rappresentata dal cibo.

E tra i più recenti progetti di successo, ci piace raccontarvi la verità sul caso Lùbar: due giovani sorelle e un fratello tutti under 30 alla guida di un’ape car che deliziano i palati degli avventori con specialità siciliane, tra le strade e le piazze di Milano, e in trasferta presso le varie fiere dello street food che stanno animando le città italiane. Tutti con un background lontano dal magico mondo del food, ma con un progetto ben delineato sin dall’inizio:  portare lo stile ricercato di un abito di alta moda tra i fornelli ustionanti, pronti ad abbracciare e cuocere arancini o arancine (ai lettori la scelta se appoggiare il maschile alla catanese o il femminile come insegna la scuola palermitana) bianchi con prosciutto e formaggio ragusano, o con pistacchio di Bronte e gamberetti, rossi con ragù e salsa di pomodoro per portarci nel cuore pulsante del progetto, la Sicilia.  

Tramite una minuziosa cura di ciascun dettaglio, dare un senso di raffinatezza al concetto spesso impiastricciato del mangiare per strada, di cui ricordiamo l’unto, le salviette di carta svolazzanti e l’abbondanza di plastica, intuendo meglio degli altri che un occhio appagato è più invogliato a consumare, non trovandoci fortunatamente nella situazione di dover mangiare per vivere, ma semmai in quella opposta. E infine un’alleanza con alcuni dei marchi più noti dell’isola per dare un sigillo di autorevolezza anche agli occhi dei consumatori più gastronomicamente fighetti. L’Antica Dolceria Bonajuto di Modica, di cui vengono servite le perle di cacao, i cannoli inviati quotidianamente e uno strepitoso concentrato di mandorla vi farà rimpiangere l’abbuffata di arancini cui sarete miseramente caduti in trappola. Spuma, gassosa e chinotto di Polara per i convalescenti, e bianchi, rossi e bollicine di Tasca d’Almerita per i più gaudenti.

Per seguire gli spostamenti dell’ape gourmet in giro per la nostra penisola, consultate il sito web. 

 

 

Contatti

LÙBAR

331.7744374
lubaroasivendicari@gmail.com
www.lubarslowstreetfood.com

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