Un vino così buono che supera le sbarre
Nell'isola di Gorgona l'azienda Frescobaldi lavora insieme alla colonia penale, grazie a una vigna piantata nel 1999, con l'obiettivo di restituire il futuro ai carcerati
Un calice di vino bianco sapido, ricco di sole e di brezze marine con un sapore di salmastro che, mentre lo centellino, sento in lontananza il suono della canzone (Sapore di mare) di Gino Paoli.
Soprattutto quando ascolto dentro me quel ritornello che risuona: “dove il mondo è diverso da qui, qui il tempo è dei giorni che passano pigri e lasciano in bocca il gusto del sale”.
Il qui di Paoli è assai diverso dal qui (dove gusto appunto il calice di bianco). Non è un ristorante o un’enoteca, ma l’Isola di Gorgona, la più piccola del bellissimo Arcipelago Toscano, a 20 miglia da Livorno, l’unica rimasta un carcere.
Il progetto Frescobaldi Gorgona
Ho davanti agli occhi lo spettacolo di un mare azzurro, di un villaggio di pescatori di cui non si sentono le voci. Anzi, se alzo lo sguardo, vedo la casa di pena (un mondo diverso) e ascolto il suono del silenzio.
Qui la storica azienda Frescobaldi, con i suoi agronomi ed enologi, lavora assieme alla colonia penale grazie a una vigna piantata nel 1999, con l’intento di creare un nuovo futuro (e non lasciare che i giorni passino pigri e lascino in bocca il gusto del sale) a chi è rinchiuso.
Così penso quante storie di vita conserva quel magico bianco alla sua decima vendemmia, quanti ricordi dei carcerati, mentre lavorano la vigna e raccolgono le uve, magari tornano bambini, a casa, agli affetti. La natura e l’armonia, possono essere un balsamo per l’animo.
Il vino Gorgona e la speranza dei carcerati
La vendemmia 2021, frutto di un uvaggio Ansonica e Vermentino, è forse la migliore delle dieci già prodotte (secondo i collaboratori di Frescobaldi), ma il vino non è buono perché frutto di un’iniziativa sociale, bensì di grande qualità.
Mi hanno colpito i sentori di ginestra, elicriso e rosmarino che si fondono splendidamente. Comunque sia, il mare è sempre in fondo al bicchiere quasi a rivendicare la sua presenza con quella nuance di salsedine che, quando è equilibrata, offre un bianco dalla bevibilità goduriosa.
Un progetto sociale questo, voluto da Lamberto Frescobaldi che, mentre lo illustra, si commuove, ricordando il difficile decollo. Del resto, solo con passione e grande dedizione è possibile contribuire al sociale e non sfociare nella principale ricerca del business.
Le poche bottiglie prodotte mostrano appunto l’obiettivo di voler soprattutto valorizzare, in primis, il progetto sociale, fare formazione per chi deve scontare una pena e, infine, essere riconosciuti per l’alta qualità del vino.
Mentre di ritorno viaggio dall’isola di Gorgona a Livorno, penso a quando sul barcone navigano le botti di vino (si produce a Gorgona anche un rosso, vinificato in anfora) con destinazione le aziende Frescobaldi per essere imbottigliato. In fondo quelle botti trasportano anche la speranza dei carcerati, diventati viticoltori, di tornare nella terraferma.