Ma che finger food!
Viaggio nel cibo di strada da mangiare con le mani
Panelle, arancini, panini con il lampredotto, bombette: non esiste popolo o territorio che abbia rinunciato al cibo di strada, sintesi del rapporto che l'uomo ha stabilito con materie prime e abitudini del luogo in cui risiede. Alcuni esempi? La farinata genovese nacque come cibo dei marinai, il pane cà meusa arrivò in Sicilia con gli Arabi, le bombette pugliesi dalla fame dei contadini locali che cedendo le carni migliori ai signori, rimanevano solo con interiora e frattaglie.
La varietà della cucina territoriale italiana è ricca di cibo di strada, di prodotti nati dalla necessità di rispondere all'esigenza di un cibo buono e veloce, che permettesse di nutrirsi e di lavorare insieme. La strada quindi, oltre che luogo di passaggio e lavoro, diventa anche spazio di somministrazione e preparazione. Ecco perché lo Street food, modernamente inteso, è patrimonio storico di cultura materiale in via d'estinzione, percorso fruibile per chi voglia assaggiare i luoghi della memoria.