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Non solo bacalhau

Viaggio a Porto, tra crostacei di ogni tipo e l'omonimo vino


Porto quindici anni dopo. Una sorpresa! Mi è sembrato di non esserci mai stato prima. È una città che si sta scrollando muffa e ragnatele mostrando le sue bellezze, che forse si potevano intravedere sotto la nebbia del tempo. I suoi saliscendi e il tram a rotaia mi ricordano San Francisco, una San Francisco decisamente mediterranea qui con i contrasti di anime diverse: chi corre verso il turismo, chi invece tende a mantenere se stessa.

Una diversità che mostrano le due stazioni ferroviarie: la moderna Porto Campanha, e la splendida Porto Sao Bento, una delle più belle stazioni del mondo, trionfo degli azulejos. Non di meno pregio artistico è la Livraria Lello & Irmao, divenuta molto conosciuta grazie al film Harry Potter. Questa ricerca del bello dell’arte si ritrova perfino nella grafica di scatole di sardine, tonno, acciughe, sgombro: un caleidoscopio di colori che catturano subito l’occhio.

Porto, ma soprattutto vino Porto che ha reso celebre sia la zona in cui è prodotto, la valle del Duoro, sia la città appunto dalla quale ha preso il nome: da questa città fluviale infatti il vino prendeva le vie del commercio nel mondo. È un vino fortificato, complesso, affascinante, prodotto in diversi stili con una storia dei diversi produttori davvero intrigante.

Porto è anche, soprattutto a tavola, bacalhau: cozido, frito, a braz, com natas, pare le ricette siano circa 300, ma non solo. Però mi ha stregato subito all’ingresso un ristorante, Esplanada marisqueira, dove pensavo di essere al mercato ittico: astici, aragoste, bati bati, granchi, scampi, scamponi, gamberi, gamberetti, facevano bella mostra con un messaggio: mangiami! Li ho gustati ad uno ad uno (non interi ovviamente) cucinati nelle maniere più semplici e, per fortuna, senza intervento creativo del cuoco, abile assai nelle diverse cotture. Ho vissuto lo spettacolo portoghese in luogo del fado.

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