Non c'è Grana senza indiano
Senza il lavoro degli stranieri a rischio numerose specialità italiane
International Herald Tribune, l'edizione internazionale del New York Times, ci avvisano che senza gli indiani potremmo dire bye bye al Grana Padano. Sono infatti i Sikh del Punjab ad occuparsi delle stalle in pianura padana, soprattutto in zona Cremona e Mantova. Lavoratori che hanno sostituito i vecchi allevatori andati in pensioni e senza cui non avremmo il latte per le aziende casearie.
Poi si scopre, via Coldiretti, che pure in Abruzzo i pastori non parlano italiano, ma sono in prevalenza macedoni, che ci sono stranieri dietro il prosciutto di Parma e la mozzarella di bufala, e che dobbiamo ringraziare gente che arriva dai quattro continenti se quest’anno si è riuscito a vendemmiare. Se poi ci mettiamo che, soprattutto al nord, la pizza ha perso l’accento napoletano ed ha preso quello egiziano, allora il quadro della produzione multietnica è completo. Le sorti del Made in Italy sono definitivamente in mano a laboriosi immigrati senza i quali bere un Brunello di Montalcino potrebbe diventare un'effimera chimera.