In-zuppati nel ramen
Dopo l'inondazione del sushi, la cucina giapponese continua a fare tendenza con il ramen
(Bottega del Ramen - via Vigevano 20, Milano)
Avrà la stessa diffusione anche il ramen? Ad osservare ciò che sta succedendo, a partire dal successo durante Expo nel 2015 e poi nella diffusione di numerose aperture di Ramen a Milano (già una decina ma già programmate altrettante), Firenze e Roma, si può rispondere che è in atto un boom inaspettato. Tra l’altro c’è da notare che si assiste ad un vero proprio up&down: chiudono diverse hamburgerie (non poteva essere altrimenti, dopo una crescita abnorme) a fronte appunto di tanti locali che offrono unsolo piatto, una zuppa chiamata ramen, che, a quanto pare, significa più o meno tagliatella.
(Zazà Ramen - via Solferino 48, Milano)
Di cosa si tratta? È un piatto tipico dello Street food giapponese, sebbene, fino agli anni ’50, fosse chiamato shina soba (praticamente soba cinese), una specialità di origine cinese che gli intraprendenti commercianti del Sol Levante hanno trasformato in un importante business. Infatti non solo è un piatto di street food, ma esiste pure una versione istantanea servita in busta, creata da Momofuku Ando, di cui ne vengono vendute circa 95 miliardi di porzioni.
(Casa Ramen - via Luigi Porro Lambertenghi 25, Milano)
Il ramen ha quattro varianti in base al tipo di brodo: chiaro; realizzato con ossa di maiale; scuro a base di pollo e verdura; conmiso mischiato con brodo di pesce. Viene servito con tagliatelle di frumento con l’aggiunta di salsa di soia, maiale, alghe, cipolla, kamaboko (ma ogni cuoco poi ha la sua ricetta segreta). Le proposte delle zuppe di Casa Ramen di Milano sono piaciute talmente ai palati giapponesi che il cuoco italiano patron del locale, Luca Catalfamo, ha aperto, su invito a Tokyo al Museo del ramen di Shin -Yokohama, il suo Casa Luca con grande successo.