Il sapore delle anatre in bicicletta
Semplicità, autenticità e ricerca all'Antica Osteria La Rampina
Peccato non averlo scoperto prima questo posto così fascinoso, eppure c’è dal Cinquecento, prima stazione di cambio cavalli, poi locanda e Osteria, infine un ristorante fuori porta a pochi chilometri da Milano.
Le cronache narrano che il generale Radetzky, in fuga da Milano, durante i moti delle Cinque Giornate, accampasse l’esercito proprio nel guardino della Rampina. L’Antica Osteria La Rampina è una delle rare cascine, nei dintorni di Milano, splendidamente conservata. La facciata è incorniciata da un enorme glicine secolare, tuttora rigoglioso, avvolgente, nel verde: quando la calura cala su Milano e dintorni (uno dei pochi locali aperto anche in agosto), diventa il luogo ideale per poter cenare. Un luogo en plen air, assai raro nel milanese, specialmente possibile in tempi di Covid-19. Mentre nel freddo dell’inverno ci pensa un antico, ma funzionante, camino d’epoca, dal tiraggio inappuntabile, a rendere piacevole e caldo il pranzo. La sala più grande e luminosa all’interno si affaccia sulla corte interna, le pareti sono color glicine. La “Rampina” è da generazioni guidata dalla famiglia Gagliardi: da papà Lino e dal figlio Luca in cucina, in sala da Lorenzo, che si occupa anche della cantina dove, seppur ancora non del tutto riordinata, si trovano vecchi gioielli che, a suo tempo, ha acquistato il fratello di Lino, poi scomparso.
La cucina ha tuttora un’impronta territoriale data da Lino, cuoco di lungo corso, ma il figlio Luca, dopo molte esperienze in Italia e all’estero, soprattutto in Francia, ha portato una nuova organizzazione del lavoro in cucina e la cura estetica dei piatti. Inoltre sta cercando di arricchire il menu, con molta discrezione, con piatti di sua impostazione. La carta recita: semplicità, autenticità e ricerca, valori che ho pienamente ritrovato nei piatti che ho assaggiato.
La mia cena è partita con tonno scottato con cipolla rossa di Tropea caramellata e maionese al wasabi, un piatto ben fatto, chiaramente da Luca, interessante l’utilizzo di wasabi nella maionese. Altrettanto gustoso il poker di terrine (anatra e pistacchi di Bronte, marbré di lepre, fegatini, foie gras) servito con pan brioches fatto in casa. In questa degustazione c’è qualcosa di nuovo, anzi di antico, ma sempre di gran livello. Tra i primi piatti ho assaggiato, con particolare simpatia, un ricordo di Gualtiero Marchesi, amico della famiglia: i trucioli di pasta Latini (ideati appunto dal grande maestro) con un succulento ragù di anatra. Ho altresì assaggiato una forchettata di tagliolini all’estratto di prezzemolo con vongole e scorza di limone candito. Poi sempre di anatra ho mangiato, con gusto, la ghiotta anatra disossata alle ciliegie. Questo animale di cortile arriva da un allevamento molto vicino, addirittura le anatre vengono consegnate in bicicletta. Su questi piatti ho scelto un grande vino, Etna Profumo di Vulcano 2017 di Federico Graziani.
Contatti
Antica Osteria La Rampina
Via Emilia frazione Rampina, 3 - San Giuliano Milanese
02.9833273
rampina@rampina.it
rampina.it