Wine Kit: i furbetti del vino
Il nemico dei grandi vini italiani si chiama Wine Kit, un box che aiuta a produrre, mescolando polveri, degli indistinti fluidi
I falsi: secondo la CIA (Confederazione Italiana Agricoltori), per ogni bottiglia originale in media ne viene esportata una fasulla, mentre per la Coldiretti ci sono in circolazione 20 milioni di bottiglie di vini con preparazione a secco.
Danni valutati tra frodi e falsi intorno ai 60 miliardi l’anno: una perdita per i produttori e per i conti con l’estero, pari all’altro fenomeno di falsi “made in Italy” che ha generato “Italian Sounding”, cioè tarocchi gastronomici camuffati in varie formule, realizzati fuori del territorio italiano.
Il nemico del Barolo, del Chianti, del Montepulciano, del Brunello, Amarone si chiama Wine Kit, contenitori di un liquido e diversi tipi di polvere e sostanze (tra cui: il lievito necessario per la fermentazione, la bentonite per la chiarificazione del vino, il metabisolfito di potassio, il sorbato di potassio e il liquido chiarificatore).
Mescolando il liquido, le polveri e seguendo le istruzioni si ottengono in circa 4-8 settimane, 30 bottiglie di un fluido definito impropriamente vino sulle quali sono apposte etichette dei prestigiosi vini italiani Doc, Docg, Igt. Inutile aggiungere che queste pratiche violano le norme; non è vino ottenuto da uve. Le “centrali” di polveri sono localizzate in Canada, in Svezia etc. e i Wine Kit sono venduti su siti, quali Amazon, Ebay, Homebreweres, EC Kraus, ma addirittura in Irlanda, a Kells, è stato aperto il primo negozio, si chiama Making your wine, dove le bottiglie personalizzate, ottenute da Wine Kit, costano 4 euro (con garanzia di soddisfatti o rimborsati).
Comunque ancora una volta, gatta ci cova: i furbetti del vino sono anche in Italia. A Reggio Emilia, mesi fa, infatti è stata scoperta una centrale di produzione di Wine Kit, il cui valore toccava i 28 milioni di euro.