Gallura addio?
L’hotel Gallura, dopo mezzo secolo di cucina, cessa forzatamente l’attività, ma forse c'è ancora una speranza...
Sarà un vuoto incolmabile per chi ha avuto la fortuna di sedersi al tavolo dell’Hotel Gallura di Olbia. Il tempio della cucina sarda di Rita Denza, 77 anni, da tempo ricoverata in Ospedale, dove ha appreso la notizia che nel giro di pochi giorni avrebbe dovuto far fagotto di tutte le sue vettovaglie e affini, sfrattata, nonché con un’abitazione danneggiata dal nubifragio che si era abbattuto sulla città.
Insomma l’hotel Gallura, dopo mezzo secolo di cucina, cessa forzatamente l’attività. Da mesi, forse da anni, durava la battaglia per lo sfratto, ma nessuno ha mosso un dito per cercare una soluzione a questo “tempio gastronomico” che ha fatto conoscere a raffinati palati, a personaggi noti, a clienti italiani e stranieri, i giacimenti gastronomici dell’isola.
In tanti hanno scoperto al Gallura i vini sardi e i produttori emergenti che, vent’anni fa non avevano certo la notorietà attuale: il Vermentino di Gallura, il Cannonau, il Carignano, il Monica eccetera, formaggi (fiore sardo, casizolu); i piatti caratteristici a cominciare dalle zuppe, la rinomata catalana; i rari limoni e asparagi di mare in crostatina, le orciadas (anemoni di mare) fritti, gli abbinamenti riusciti fra moscardini e zafferano o polpo e melagrana…
Certo la carta era un optional, se non interveniva la patronne a spiegare piatti e pesci, così negli ultimi tempi molti gastronomi (o presunti tali) hanno criticato il locale, non tenendo in alcuna considerazione che da lungo tempo Rita aveva la spada di Damocle sulla testa dello sfratto e della malattia. Comunque sia al Gallura resta lo straordinario merito di aver fatto conoscere la Sardegna in cucina e in cantina, un pregio che avrebbe almeno meritato un poco di riconoscenza, ma c’è ancora tempo perché, a quanto si sussurra, Rita non si arrende; vuole aprire un nuovo Gallura per non abbandonare la sua squadra, un gesto da vero comandante di nave.
Sine qua non