Bologna: i vini di Giorgio Erioli, l'artista contadino di Bazzano
Bologna: a Bazzano, in Valsamoggia, l'arte di Giorgio Erioli, produttore di vini, pittore e poeta
GIORGIO ERIOLI, L'ARTISTA CONTADINO
Giorgio Erioli è un artista contadino. Lo chiamavano così i suoi compagni di scuola da bambino, quando già mostrava talento nel disegno. All’epoca ogni podere a Bazzano, in Valsamoggia (comune della città metropolitana di Bologna), aveva una stalla, delle viti e una produzione propria di vino e formaggio.
La passione di Giorgio è trasversale. È collegata al vino, alla poesia e alla pittura. L’arte è arte quando scivola sinuosa come un torrente, tra la terra, la penna, la tela e le botti. Nella sala da pranzo della casa in campagna le bottiglie sparse di vino si alternano agli appunti sparpagliati sulle sedie e ai quadri appesi al muro. Il rifugio di un sognatore. Nel 1989 il primo vino della casa a essere imbottigliato segna la trasformazione del podere. Prima di quell’anno la famiglia Erioli vende solo in damigiana o dà l’uva alla cantina sociale. “Mi piace fare vini artigianali perché sono irripetibili”, ci confida Giorgio tra una poesia e l’altra.
I VINI DI ERIOLI
Iniziamo il pranzo con il Salebra mentre il brodo di cappone dei tortellini arriva a bollore. “Un buon piatto di tortellini ti scalda sempre la pancia”, sottoliea Erioli. E anche il cuore, aggiungo io. Lo spumante è l’unico frizzante della cantina, da uve Alionza, Trebbiano, Albana e qualche grappolo dalle viti sconosciute del vicino. Salebra, ci spiega, dal latino “terreno difficile, incostante e sassoso” come parte della collina in cui siamo, una vecchia galena del torrente Samoggia. Qui se scavi, trovi solo sassi.
Il Samodia, vecchio nome del torrente, è l’unico vino di Giorgio proveniente da vitigni internazionali, un tipico taglio bordolese, ovvero derivato dall’assemblaggio di varietà classiche di Bordeaux, che includono Merlot e Cabernet Sauvignon. Questi vitigni “guadagnarono - letteralmente - terreno” tra gli anni Ottanta e i Novanta, ma oggi vengono spesso criticati. Nonostante l'impegno e la ricerca costante di vitigni autoctoni, l’arte di Giorgio, l’ambiente e il suo lavoro fanno sì che il vitigno si sia adattato perfettamente al contesto: il vino è incredibilmente vellutato e profondo.
Con il Pignoletto, o meglio ancora Grechetto Gentile, Badianum 2007 (forse antico nome di Bazzano) nel 2010 Giorgio vince il premio Autochtona Award con cui viene sdoganato il vitigno, fino ad allora poco considerato.
I quadri di Giorgio descrivono gli ambienti naturali in cui vive, disegni fiabeschi, con un misto di china e acquerello. L’ immaginazione sceglie varie forme attraverso le mani di un uomo che da sempre cammina su questi suoli sacri.
Contatti
Erioli Vini
Via Montevello, 64, Valsamoggia (BO)
051830103