Sardegna, la Marmilla che sorpresa
Nella Sardegna nascosta esiste la Marmilla, territorio ricco di giacimenti gastronomici inediti e buonissimi
Lontano dal mare, ma neanche tanto, dalla mondanità e dagli yacht della Costa Smeralda, esiste una Sardegna segreta, nascosta: la Marmilla.
I giacimenti della Marmilla
Stretta tra la grande Giara (un altopiano di 45 km quadrati, che mostra tuttora la vista degli ultimi cavalli selvaggi d’Europa), la pianura del Campidano e le colline animate da olivi centenari di impianto pisano che colorano un paesaggio commovente, la Marmilla si snoda in una ragnatela di splendidi borghi, di pochi e dinamici abitanti.
Il sorprendente Baradili, paese che conta 74 abitanti, dispone di ben 3 pizzerie affollate, ogni sera, da clienti golosi. La fascinosa Pau con arredamento urbano di design; un bar ristorante con biblioteca pubblica e il museo di ossidiana (dell’ormai spento vulcano del monte Arci); l’elegante Ales e Albagiara con i suoi palazzi storici.
Un territorio ricco di strepitosi e poco conosciuti giacimenti golosi, quali: il carciofo spinoso Dop dall’aroma inconfondibile, i legumi (gli sconosciuti ceci neri, lenticchie, fave, fagioli, i dolci piselli e le rare cicerchie), le golose patate, olio d’oliva extravergine, i dolci tradizionali di rare mandorle coltivate a Baressa, il pane di sapa a Sini, il torrone di mandorle ad Ales, i favolosi mieli di corbezzolo, cardo e asfodelo dell’intellettuale Luigi Manes.
E il vino?
Anche il vino comincia a passare alla ribalta regionale con alcune cantine con i vitigni più diffusi di Sardegna (Bovale, Cannonau, Carignano) e con il bianco Semidano, recente doc.
Una vera chicca inaspettata è la sconosciuta Malvasia secca di Lunamatrona (borgo noto per il melone coltivato all’asciutto).
Le sorprese in Marmilla non finiscono mai. Metti un mezzogiorno a pranzo a Ruinas, nel caldo bar-trattoria di Valter Vargiu, con schermi tv accesi per la partita di calcio.
Le proposte a voce sono tante, ma l’oste decide di partire con i nervetti e le carni di testa di cinghiale con olive e cipolla, un piatto mai assaggiato, molto goloso. Così come l’antipasto a base di lumache locali al sugo di pomodoro dove il pane locale affonda più volte.
I piatti arrivano sul tavolo e non si possono respingere le proposte perché gli ingredienti, soprattutto la selvaggina, preda di cacciatori del posto. Così le tagliatelle con ragù di cervo e Funghi locali e, a seguire, un gustoso germano reale accompagnato dal sugo di lenticchie.
Il pranzo continua con cinghiale in padella con fagioli locali; il tutto accompagnato da un rosso locale (Bovale, Cannonau) di alta gradazione, il finale con seadas e miele, forse l’unica specialità che pensavo di assaggiare in Marmilla. Invece…