Sostenibilità vo' cercando
Cambia il vino o il suo linguaggio?
La dilagante diffusione della parola sostenibilità nell’idioletto vitivinicolo testimonia un cambiamento del linguaggio. Fino a qualche anno fa i vini venivano definiti con aggettivi che si riferivano al loro cromatismo (bianco, rosso) o alla loro struttura (fermo, bollicine). Potevano indicare il vitigno da cui derivavano (autoctono, internazionale), il modo di affinatura (in acciaio o in legno) o il tipo di agricoltura con cui avveniva la produzione (convenzionale, cosiddetto naturale, bio). Oggi queste definizioni sono state sostituite da nuove terminologie: vino sostenibile, a impatto zero, senza solfiti, con certificato vegano.
Ma cosa significa fare una viticoltura sostenibile? Quali sono le parole chiave per praticare una vendemmia che sia a impatto zero sull’atmosfera? Quali i parametri per definirla tale: la tracciabilità dei prodotti, la scelta delle uve, l’uso o meno di carburanti, una bassa o assente emissione di anidride carbonica e di gas responsabili dell’effetto serra, la conduzione del vigneto con tecniche a risparmio ambientale, l’attenzione e la promozione delle energie rinnovabili?
Ma, soprattutto, è veramente cambiato il vino o il linguaggio e il marketing con cui venderlo?
Nella puntata de Il Gastronauta di sabato 7 giugno, alle ore 11.00 su Radio24 si cercherà di chiarire il termine sostenibilità in viticoltura. Interverranno:
Luigi Moio | Università degli Studi di Napoli
Michele Manelli | Cantina Salcheto di Montepulciano (SI)
Fabio Mencarelli | Università della Tuscia
Walter Weber | Cantina Aldeno (TN)
Riccardo Cotarella | Presidente Enologi Italiani
Francesca Argiolas | Azienda Argiolas di Serdiana (CA)
Riccardo Pulselli | Università di Siena
Marco Caprai | Cantina Arnaldo Caprai di Montefalco (PG)