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Peperoncini spaziali

Peperoncini coltivati per la prima volta nello spazio nella serra della ISS. Gli astronauti li hanno raccolti e mangiati nei tacos



Progetti per il futuro? Coltivare peperoncini. E dove, se non nello spazio?

Dimenticate la Calabria, dimenticate il Messico, ora la vera scommessa sono i peperoncini idroponici coltivati dagli astronauti nella serra della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). In assenza di gravità, dunque.

Peperoncini coltivati nello spazio: l'annuncio con un tweet

Ad annunciare la riuscita dell’esperimento è l’astronauta Megan McArthur che twitta: “festa del venerdì! Dopo la raccolta, abbiamo assaggiato i peperoncini rossi e verdi. Alla fine ho fatto i miei migliori tacos spaziali: fajita di manzo (piatto tex mex), pomodori e carciofi reidratati e peperoncini appena nati”.

Mentre l’astronauta Thomas Pesquet, sempre su twitter, pubblica un video di peperoncini spaziali galleggianti nell'aria.

I peperoni sono facili da maneggiare in microgravità, in quanto raccolto pick-and-eat, non richiedono cottura o lavorazioni complesse, - si legge nel sito della Nasa - arricchiscono la dieta degli astronauti di gusto e hanno anche bassi livelli microbici, quindi sono sicuri da consumare.

Dopo aver sottolineato che questo è un esperimento difficile per i tempi di germinazione e crescita di questa pianta, la Nasa ha affermato che l’equipaggio assaggerà parte dei peperoncini per valutare il gusto e la consistenza e manderà il resto sulla terra per analisi approfondite.

Peperoncini nello spazio

Il progetto Plant Habitat-04 per assicurare cibi freschi nelle lunghe missioni spaziali

La raccolta dei peperoncini fa parte del progetto Plant Habitat-04 annunciato dalla Nasa nel 2019 per permettere la coltura, nello spazio, di ortaggi e frutti in modo da assicurare cibi freschi agli astronauti che intraprendono lunghi viaggi in microgravità.

E se finora gli astronauti si sono affidati a cibi confezionati e ad alimenti freschi trasportati attraverso le missioni di rifornimento, la coltivazione in loco potrebbe segnare una vera e propria svolta. Soprattutto per missioni con destinazioni oltre l’orbita terrestre che possono durare anche anni e che comporterebbero il deterioramento del cibo fresco e il degrado della qualità con drastica riduzione dei nutrienti essenziali.

I ricercatori stanno inoltre esaminando i benefici psicologici derivanti dal prendersi cura delle piante in ambienti isolati e a circuito chiuso. Nutrire gli equipaggi sulla Luna, e in particolare su Marte, sarà la sfida logistica della Nasa.

Insomma, di necessità virtù. E chissà che in futuro potremo considerare nuove frontiere agricole…Magari spaziali.

(Photo: Twitter ISS Research)

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