Il vino in Molise: Tintilia alla riscossa
La rinascita dell'enologia molisana è partita grazie alla riscoperta del vitigno Tintilia. Rustico e adattabile, aveva perso il suo status a favore di uve più redditizie. I vini, le cantine e l'abbinamento con il cibo.
Inauguriamo la rubrica Winesday parlando di una regione piccola e spesso dimenticata, tant'è che la facezia che solitamente le si accompagna è «il Molise non esiste». Invece il Molise esiste eccome e ha molto da dire, soprattutto in ambito enogastronomico.
L'UVA TINTILIA
La produzione di vino riveste un ruolo molto importante in questa regione, dove la viticoltura è praticata sin dall'epoca sannita. Diverse sono le uve coltivate sul territorio e condivise con Abruzzo (Montepulciano, Trebbiano e Malvasia), Basilicata o Campania (Aglianico e Falanghina). Ma ce ne è una in particolare, questa sì, autenticamente molisana, che sembra essere in grado di pacificare tutte le diverse sfaccettature di questa terra: la Tintilia.
Protagonista della DOC Tintilia del Molise (due tipologie Rosso (anche Riserva) e Rosato, in cui il vitigno deve essere presente almeno per il 95%), il vitigno Tintilia è rustico e adattabile. Sarebbe giunto in Molise dalla Spagna (studi genetici non hanno rinvenuto casi di parentela con altri vitigni italiani) durante la dominazione borbonica nella seconda metà del ‘700, ma si sarebbe rapidamente adattato al particolare habitat molisano mutando le proprie caratteristiche e garantendo anche una buona produttività.
Per queste ragioni, fino al dopoguerra, era stato una presenza ricorrente in molti vigneti della regione, status che perse a seguito della ricostruzione post fillosserica, quando venne “accantonato” per fare spazio a vitigni più redditizi. Da poco più di un ventennio, tuttavia, grazie soprattutto al contributo dell'Università del Molise, l'uva Tintilia è tornata in auge, riconquistandosi la fiducia dei produttori molisani, che finalmente vedono in quest'uva, e nei suoi vini, la chiave per il rilancio dell'enologia locale.
LE CANTINE
Da Claudio Cipressi, nella cui omonima azienda di San Felice del Molise è partita la rinascita, con la realizzazione del primo impianto sperimentale, l'uva Tintilia si è diffusa rapidamente tra i produttori dell'area pedecollinare centrale, come Vincenzo Cianfagna di Acquaviva Collecroce (CB) e poi, più giù, Vincenzo Catabbo, di San Martino in Pensilis.
Da lì è salita fino alle alture dell'Alto Molise, dove sorgono aziende come Agricolavinica o Cantina Herero, per riscendere fino alle colline che si dirigono verso la costa adriatica, da produttori come Angelo D'Uva a Larino e Di Majo Norante a Campomarino.
Piante di Tintilia si spingono persino nelle aree più costiere dove, pur non potendosi più fregiare della DOC perché al di sotto del limite altimetrico minimo di 200 m s.l.m., danno comunque vita a ottimi vini, soprattutto spumanti rosati, come quelli di Tenute Martarosa.
Se si considera che il Molise è, a livello geografico, collinare per il 45% (il resto è montagna) e che la coltura della Tintilia si estende praticamente a tutte le fasce altimetriche, si comprende non solo la grande adattabilità del vitigno, ma soprattutto la capacità che possiede di dar voce, attraverso i vini, a diverse espressioni territoriali, ponendosi di conseguenza in un match sempre impeccabile con le relative tradizioni culinarie. Senza tralasciare, poi, la carica aromatica della Tintilia, espressa in toni floreali, fruttati e naturalmente speziati, che la caratterizza e la distingue dalle altre uve rosse, in particolare del Sud.
CON QUALI CIBI ABBINARE I VINI MOLISANI
È così che i vini provenienti dai vigneti più elevati e prossimi all'Appennino della zona pedecollinare interna della provincia di Campobasso, con i loro sentori speziati e balsamici misti a frutti di bosco aciduli, il gusto fresco e il tannino più percettibile e croccante, andranno a smorzare la grassezza, ad esempio, delle carni ovine, in ricette come la pezzata di Capracotta, stufato di pecora cotto per ore in grandi paioli di rame, aromatizzato con erbe, pomodoro e patate.
I formaggi di media stagionatura e carni di maiale e di agnello incontreranno i vini della zona pedecollinare al confine con l'Abruzzo, caratterizzati da sentori fruttati e speziati più dolci e maturi, su un corpo rotondo e bilanciato.
Ancora, le Tintilie figlie dei terreni sabbiosi delle aree basso molisane, declinate anche nella versione rosato, con i loro sentori di fiori e frutta fresca e il loro palato di spiccata sapidità e freschezza, saranno invece le compagne ideali della cucina marinara, che ha come simbolo indiscusso il brodetto di pesce di Termoli, simile al cugino vastese per l'aggiunta di peperone verde dolce e pomodoro.
Persino gli spumanti extra DOC trovano il loro posto a tavola, accanto a latticini e piatti di mare. Insomma, per ogni volto enogastroculturale di Molise, esiste un vino Tintilia in grado di esaltarlo, in un incontro dall'anima sempre, autenticamente, molisana.