Squisitezze in Abbazia
A Castelbuono lo chef Bonadonna dimostra quante potenzialità gastronomiche ha il territorio siciliano
Mentre mi avvicinavo all’Abbazia (di charme) Santa Anastasia, vicino a Castelbuono nelle Madonie per il premio Gusto Divino, ho notato nei cartelli l’indicazione “Gangi”, paese che mi ha ricordato un viaggio nell’autunno del 1998 quando conducevo la trasmissione “Squisito” su Rai International. In quel paese sono stato per raccontare Wanda e Giovanna Tornabene che gestivano il locale “Gangivecchio” perché, Piero Selvaggio - patron del prestigioso Valentino di Santa Monica - mi aveva incuriosito con la notizia di un loro libro di ricette italiane tradotto in inglese divenuto best seller negli Usa, grazie anche alla loro partecipazione negli show televisivi di molte tv americane, nonché per aver cucinato in diretta durante la trasmissione più seguita: “Good Morning America”. Arrivato nelle Madonie ho chiesto lumi sulle Tornabene, ma senza successo e con mio grande stupore … Chissà forse sono tuttora star negli Usa (Nemo propheta in patria).
Questa volta ho scoperto comunque Castelbuono, un borgo dove i fratelli Fiasconaro producono un ormai noto panettone, anche con la “manna”: una sostanza che si estrae incidendo verticalmente la corteccia dei frassini, utilizzata come dolcificante naturale, ma anche nella cosmetica.
Se la manna è il faro, lo chef Antonio Bonadonna dell’Abbazia Santa Anastasia mi ha mostrato durante un pranzo quali potenzialità gastronomiche possegga il territorio, a cominciare da insoliti salumi (mortadella di asino, salame alle mandorle o al pistacchio), dai formaggi, ma innanzitutto da intriganti e gustosi assaggi del territorio: medaglie di zucchine fritte, sformato di melanzane tunisine, caponata di melanzane e mandorle, polpette della nonna con uova, pane raffermo e cacio cavallo e passata di pomodoro, sfincione madonito, pomodori ripieni, fiori di zucca ripieni con mozzarella locale, acciuga e basilico.
Non è finita: ditalini di pasta integrale con minestra di tenerumi, zucca lunga e ricotta e poi punta di petto di vitello (una chicca) brasata al vino Montenero, per chiudere con il dolce tipico “testa di tuco”. L’Abbazia è da sempre nota per i suoi vini (la coltivazione è biologica, alcuni vini sono biodinamici), di cui ho apprezzato un elegante Sauvignon Blanc (Sinestesia), un piacevole Grillo e un fresco Nero d’Avola in acciaio.
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RELAIS ABBAZIA SANTA ANASTASIA
Contrada Santa Anastasia snc, Castelbuono (PA)
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FIASCONARO
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