Torna a inizio pagina

Nella casa milanese del Lambic

In occasione del terzo compleanno del Lambiczoon vi raccontiamo la storia di come è nato. Nino Maiorano e l'amore per il Lambic



“Sono sempre stato appassionato di birra artigianalenegli anni ’80 lavoravo nell’Antica Birreria Uno, dove servivamo la Primus”.

La storia di Nino Maiorano

La nostra chiacchierata con Antonio “Nino” Maiorano inizia dai ricordi di una Milano oramai quasi scomparsa. Lui, classe ’68, nel descrivere le atmosfere degli anni della sua adolescenza - il contesto sociale non facile di chi viveva nei quartieri difficili di allora - ritrova le motivazioni che spinsero il padre a portarlo via dalla città, direzione Lomellina, una piccola zona della Lombardia al confine col Piemonte.

Acquistano una cascina a Nicorvo; il sogno di avere il proprio locale è una opportunità enorme, tanto per lui quanto per il tessuto cittadino e l’amministrazione, felice di permettere l’apertura di una attività che avrebbe funzionato anche da centro di aggregazione; perchè un pub è nulla senza la sua gente.

Con tanta voglia inizia la ristrutturazione: grazie alle sue doti di pittore - Nino è diplomato al Liceo Artistico e ha frequentato l’Accademia di Belle Arti [ndr]- il locale acquisisce una sua identità.

Il 21 Ottobre del 1996 apre lo Sherwood Pub: una Cattedrale nel deserto, che nel giro di pochi anni diventa un Faro, una tappa obbligata per tutti quegli appassionati in cerca di Birre che avessero un’anima, ma anche uno spazio dove poter ascoltare musica dal vivo - un’altra delle grandi passioni di Nino [ndr] - che tutt’oggi funziona da palcoscenico per un movimento, quello delle band e dei live shows, che oggi fatica a trovare spazio.

Sherwood pub

Collabora per un breve periodo col gruppo Heineken; non ne fa mistero, anche perchè ai tempi forniva birre come Leffe e Hoegaarden, le quali vent’anni fa rappresentavano una rivoluzione di gusto e stile nel panorama dei locali, affiancando a questi prodotti le prime creazioni degli emergenti birrifici di casa nostra: Baladin, i ragazzi del Lambrate, Birrificio Italiano e Beba. 

Inizia a ritagliarsi il tempo per viaggiare in giro per l’Europa, alla scoperta dei luoghi che hanno segnato la storia del movimento brassicolo; è il momento di andare in Belgio, dove capita quasi per caso in uno dei Birrifici che lo accompagneranno lungo tutto il suo percorso professionale, la Brasserie Cantillon, regina indiscussa di quel fantastico mondo delle Kriek, delle Gueuze e di molte altre interpretazioni che prendono origine dal Lambic.

Se ne innamora subito, anche grazie alla sua passione per l’acido e i sapori forti in generale; la predisposizione quindi gioca un ruolo, ma è convinto che con qualche assaggio e un po’ di tempo possa essere apprezzato da molte persone. La storia del Lambic, e di come viene prodotto, è un altro dei motivi di questo amore; una birra che ancora oggi porta con sé un grande fascino dovuto a quel pizzico di magia, a questa fermentazione spontanea che avviene senza bisogno di nessun aiuto da parte dell’uomo.

Continua il suo percorso, frequentando corsi di degustazione e Homebrewing; perchè la voglia di conoscere lo spinge ad approfondire tematiche spesso legate a chi le Birre le produce.

Stringe sempre di più legami e amicizie con molti attori della scena, produttori, come Beppe Vento del Birrificio Bi-Du, colleghi e semplici appassionati. Questi legami costituiscono forse una delle sfaccettature più belle in un mondo che è comunque basato sui rapporti commerciali.

Arriva l’onda della Craft Beer Revolution, con un notevole aumento dei micro birrifici, grazie al caparbio lavoro di “semina” svolto proprio nei locali come quello di Nino, che ha trasmesso così tanto la sua passione da spingere diversi suoi clienti a ripercorrere le sue orme. Se lo Sherwood non è più una cattedrale nel deserto, in quel della Lomellina, il merito è anche suo.

Sherwood pub. Interno

Dopo oltre quindici anni di attività decide che è arrivato il momento coronare il suo percorso, dedicando un locale al suo primo amore; insieme ad Alessandro “Alle” Belli dell’Arrogant Pub e altri amici decide di tuffarsi in una nuova avventura a Milano.

“Volevo finire la mia carriera con le Birre che piacciono a me, con i Whisky che piacciono a me ed il cibo che piace a me, senza compromessi”.

Nel Novembre del 2013 apre il Lambiczoon, del quale questo sabato ricorre il terzo compleanno. “Quando questa avventura iniziò 3 anni fa, a Milano pochi avevano sentito parlare del Lambic o di una Sour Beer. Ogni giorno abbiamo speso parole ed energie per cercare di trasmettere il nostro amore per questo prodotto, per la birra in generale e per le cose buone. Non ce ne siamo pentiti”.

Questo fantastico posto nel cuore di Milano è la sintesi, e non la somma, di un lavoro che è iniziato tanto tempo fa. Nel parlarmi della decisione di aprire un locale dove il mondo Sour fosse messo in assoluta rilevanza non nasconde la necessità di dover portare questo format in una grande città, dove possa anche avere un respiro internazionale.

Grande attenzione è stata riposta anche nella parte culinaria che potrà sembrare scontata, ma solo a una prima occhiata; perchè il lavoro di selezione delle materie prime è evidente nel momento in cui si assaggia uno qualsiasi dei loro hamburger - io adoro lo smoked e non vedo l’ora che arrivi sabato per assaggiare la new entry, quello d’oca prodotto da Gioacchino Palestro - come evidente è la voglia di proporre ricette diverse dal solito.

Hamburger


Gli ho chiesto di farmi una fotografia di questi primi vent’anni della birra artigianale italiana. La prima è sullo spropositato numero di micro birrifici presenti in Italia, secondo lui destinato a subire una naturale scrematura nei prossimi anni.

Si dice poi felice del tanto interesse intorno alla cultura brassicola che c’è adesso, complice l’aumento delle realtà dove questa bevanda viene “coccolata”.

Nino vede nell’entusiasmo che c’è oggi una netta differenza con quello degli anni ’90 che si esauriva nel giro di poco tempo in favore di un ritorno ciclico al consumo di prodotti industriali. Mi ricorda come non è sempre stato facile, di come ha resistito in periodi difficili, per questo sentendosi orgoglioso di quello che ha portato avanti, insieme ad altri storici Publican, nel corso di tutto questo tempo.

Ritiene una grandissima conquista il numero crescente di festival dedicati alle birre artigianali - quelli che propongono prodotti di qualità e non si riducono a sagre dove bere il più possibile [ndr] - che permettono a chi lavora nel settore di poter conoscere i prodotti, in maniera molto più accessibile per tutti.

Nel dirmelo ha come un momento in cui si quasi si assenta: a ripensare a tutti i viaggi fatti, a volte anche solo per andare a scoprire un birrificio, i migliaia di chilometri percorsi in giro per l’Europa - lui che mi confessa di non riuscire più a guidare - in quello che allora si poteva definire letteralmente “Beer Hunting”.

Contatti

LAMBICZOON

Via Friuli 46, Milano
02.36534840
info@lambiczoon.com
www.lambiczoon.com

ADV