L'albergo diffuso che ha animato il borgo medievale abruzzese
Si chiama Sextantio e il suo intervento ha salvato il patrimonio culturale di Santo Stefano di Sessanio
Uno, dieci, cento, mille alberghi diffusi per salvare borghi ricchi di storia, ancora intriganti per l’architettura e pronti a offrire angoli di tranquillità. Quanti luoghi in questa vecchia Italia, dalle Alpi fino in Sicilia potrebbero costituire un itinerario dal messaggio: “c’è qualcosa di nuovo, anzi d’antico”. Questi borghi abbandonati, malandati, bisognosi di cure (ricostruzioni, ristrutturazioni, creazioni di servizi), una volta “guariti” sono in grado di generare valore in quei territori dove non si produce più.
Così pensavo, mentre girovagavo in Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila), un borgo medioevale fortificato tra le montagne dell’Abruzzo, a oltre 1250 metri di altitudine, all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Lì si vedono le gravi ferite del terremoto e dell’abbandono, ma lenite da un intervento illuminato di un albergo diffuso (Sextantio) per salvare, tra l’altro, un patrimonio storico-artistico. L’obiettivo è di far sì che la ridestinazione turistica non porti alla perdita delle identità territoriali. Un borgo che cerca di vivere offrendo una rurale e perduta ospitalità, dove è evidente il riutilizzo di materiale architettonico di recupero e soprattutto si nota nell’albergo diffuso Sextantio un arredamento povero, frutto delle usanze locali, che si ritrova soprattutto nelle camere.
Così pure è stato adottato un rigore nel recupero del ristorante “Locanda sotto gli Archi”: lo spazio interno si mostra in due grandi archi in pietra che poggiano su colonne di sostegno e un camino centrale in pietra; il vasellame su cui viene servito il cibo è in ceramica, realizzato a mano. I piatti che si possono gustare in questo locale fanno parte della tradizione del territorio, a cominciare dalla coratella di agnello (carne che si ritrova in tutta la montagna abruzzese) e dagli ortaggi ripieni di mollica di pane e di formaggio pecorino. Le paste sono fatte a mano, a cominciare dai maccheroni alla chitarra con patate, noci e pepe nero o gli squisiti gnocchi di patate con broccoletti e guanciale croccante. Tra i secondi torna la carne, con l’arrosto di maiale con lardo e zafferano o gli ormai famosi arrosticini di agnello. Tra i dolci casalinghi un’originale crema al mosto cotto (altra specialità abruzzese) e la crostata di ricotta. Potrebbe sembrare un menu del passato, ma non lo è perché rappresenta il presente di questo borgo.
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SEXTANTIO OSPITALITÀ DIFFUSA
Santo Stefano di Sessanio (AQ)
0862.899112