Bauhaus Roma: nuova apertura alla Garbatella
Bauhaus Roma: nella Garbatella della resistenza romana una nuova apertura che fa rinascere l’idea di cucina come laboratorio gastronomico trasversale
Anno 1931, Piazza Biffi a Roma, Mahatma Ghandi cammina a piedi nudi seguito da una grande folla per andare in visita agli Alberghi dei poveri. Chiede di visitare il reparto maternità e le mense, di quelli che all’epoca erano i quattro Alberghi Suburbani destinati agli sfollati romani e agli immigrati.
Perché Bauhaus?
Quattro edifici enormi e diversi per colore, in cui era destinato l’incredibile numero di persone rimaste senza casa a seguito delle politiche di sgombero dei rioni centrali da parte del Fascismo.
Famoso tra i quattro è l’Albergo Rosso dove per anni l’orologio sulla torre è rimasto fermo alle 11:25, orario in cui Roma nel 1944 fu bombardata dagli alleati e lui smise di funzionare segnando il tempo della resistenza.
Ed è proprio in piazza Biffi che due fratelli di quartiere, Giorgio e Valerio Gigliotti, hanno deciso di investire nella crescita gastronomica della zona aprendo due locali. Uno di questi è Bauhaus, che nel nome richiama quella corrente artistica di insegnamento visionario, capace di essere l’estrema sintesi di arte, artigianato e industria. Bauhaus era e rimane alla storia, come funzionalità e valore estetico per tutti.
Non so se è in questo che si rivede la cifra stilistica dell’omonimo locale dei fratelli Gigliotti, ma di fatto ci troviamo in una ricostruzione quasi perfetta di uno di quegli american bar dalle curve morbide e dai vetri colorati, riflessi oro, che hanno abbattuto il proibizionismo a spallate, piume, ghiaccio e bollicine.
Bauhaus, il locale
L’offerta gastronomica è trasversale, accogliendo dalla colazione al dopocena in ambienti che, in armonia di resistenza, appartenevano a un forno storico della Garbatella. L’idea progettuale, grazie al talento di Davide D’Eramo, conserva all’ingresso la sua anima bianca rimanendo forno e laboratorio di panificazione e pasticceria. Dal qui escono pizze e pani a lievitazione naturale, dolci da forno e al cucchiaio, con grande ricercatezza in materie prime e miscele di farine.
Ma è tre gradini più su che si entra nel pieno dello stile anni ’30, una sala con un american bar colorato della torba dei distillati, in cui si può cenare abbattendo desacrando un’atmosfera sofisticata grazie all’accoglienza del personale informale e attento. Poltrone comode, tavoli ampi e distanziati, con un teatro longitudinale che vede la cucina affacciare sulla sala per (quasi) tutta la sua lunghezza. Vetro, legno e laccature. Un bancone e decine di bottiglie che riflettono luce e colori, con una barmaid a miscelare in un tailleur nero.
Cosa si mangia da Bauhaus?
Andrea Castagna è un ragazzone che ha girato qualche cucina, tipo quella dell’Azurmendi di (fuori) Bilbao e del Noma di Copenaghen. Questa però è la sua e in tutta la sua altezza approccia in maniera creativa e contemporanea, ma soprattutto con tecnica, a un ventaglio di offerte che spaziano dalla visione internazionale alla valorizzazione di ingredienti mediterranei.
Business lunch per il pranzo e tre menu degustazione da sei portate per la cena, suddivisi per genere in pesce (€ 70,00), carne (€ 60,00) e vegetariano (€ 55,00). L’assaggio è ricaduto a cena, sul menu di carne con una variante sui primi.
Il cestino del pane, che comincia a essere una golosa aspettativa quando si gira in posti che ne fanno una coccola, è di ottima lavorazione nelle diverse tipologie che vanno dal latte al semi-integrale e tra le quali spicca una “scrocchiarella” romana davvero buona. In una ciotolina di accompagno, molto apprezzata, una soffice mantecatura di burro alle alici, che con il bun all’olio esplode.
Golosa la polpetta di pollo impanata nei corn flakes, aromatizzata al lime e servita con una salsa agrodolce, gustosamente umida e croccante. Il maialino nero dei Nebrodi, con corsone e chutney di albicocche, arriva cotto tradizionalmente per lunghe ore e dalle carni succose, palato rapito dal fondo e dalle albicocche che ne comandano la persistenza.
Nel tortello di polpo con gazpacho e sedano croccante, il polpo si perde un po’ a favore dei sapori decisi di un buon concentrato di pomodoro e peperoni, pulito dall’intensità del sedano. Anche il secondo primo è di mare e arriva uno spaghetto alle vongole con crema di datterino giallo e menta. Grande cottura e ottimo equilibrio tra acidità e freschezza, con una componente aromatica lunga.
Il controfiletto di Marengo (zona di origine) arriva sul suo fondo e su un hummus di melanzane con aneto. La resistenza della carne affatica leggermente la masticazione, ma nel complesso rimane un piatto intenso e di grande gusto nelle note balsamiche. La rivisitazione del Tacos (Algida) è di un goloso, fragoroso, dove vince facile un caramello salato davvero molto buono.
aperitivi, cocktail, pizza, colazioni internazionali e all’italiana e cena in degustazione. Ambiente versatile, dehor e saletta privata. Personale accogliente, professionisti con le mani in pasta e nei tegami. Tutto questo in una piazza dal richiamo storico e popolare fortissimo per i romani e per la tradizione culturale della città. Lo stile ricercato negli ambienti e la cucina a vista sono una sfida divertente alla portata di chiunque ed è qui che il locale diventa veramente Bauhaus: funzionalità nell’offerta e gusto estetico, per tutti.
Contatti
Bauhaus
Piazza Eugenio Biffi 3, Roma
06.85388481
bauhaus.rome@gmail.com