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Zappa e baratto

Swap, orti, adozioni e mercati agricoli sono la nuova frontiera del risparmio


E se "valere un fico secco" non fosse più  un pittoresco modo di dire? Se significasse il valore reale di una cosa, sostituendo così la spicciola valutazione in denaro? Niente di nuovo in realtà, ma un ritorno al caro e vecchio baratto, come alternativa in un momento in cui la nostra economia è zoppicante e i problemi di liquidità sono la norma. Lo scambio di merci senza moneta è una idea che piace a 3 italiani su 4, che con la crisi aguzzano l’ingegno per cercare di continuare a stare bene. Ce lo dice un sondaggio della Coldiretti che nel frattempo si è portata avanti e negli scorsi giorni, al Castello Sforzesco di Milano, ha organizzato il primo mercato del baratto per fare la spesa a costo zero con formaggi, salumi, frutta e vino pagati con scarpe, orologi, quadri, libri e cd. I milanesi hanno potuto scambiare oggetti o abiti che non usano più con prodotti alimentari e bevande provenienti da tutte le regioni italiane, ma anche assicurarsi una cena in agriturismo in cambio di ospitalità nelle proprie case.

Mentre il baratto assume veste contemporanea con una spolverata di inglese (spesso viene usato il termine swap al suo posto), altri comportamenti orientati al risparmio diventano parte delle abitudini degli italiani. Per esempio, mai così tanti italiani hanno scoperto di avere il pollice verde. L’orto sembra aver avuto un vero boom, con circa 21 milioni di connazionali che stabilmente o occasionalmente lo coltivano in piccoli appezzamenti famigliari, strisce di terra lungo ferrovie, parchi e campi di calcio, balconi e terrazzi arredati con vasi.
Se proprio non ci si vuole cimentare con la zappa, una delle alternative più gettonate è l’adozione di piante o animali da aziende agricole, per assicurarsi forniture di prodotti alimentari genuini, di origine garantita e con un buon rapporto prezzo/qualità. In questo senso si segnalano "genitori" felici di ulivi, mucche o maiali allo stato semi brado. I pargoli possono, in taluni casi, essere monitorati sul web in tutto il periodo di crescita.

Ma non finisce qui. Perché la corsa al risparmio prosegue con la spesa nei mercatini degli agricoltori: nel 2012 sono stati ben 21 milioni di italiani (il triplo rispetto a cinque anni fa) ad approvvigionarsi direttamente al banchetto del produttore di verdura, frutta, formaggi, salumi, vino, latte, pane ed addirittura di agricosmetici. Una scelta legata all’esigenze di abbattimento dei costi e al desiderio di instaurare un rapporto diretto con le aziende agricole, alla ricerca di garanzie sull’acquisto di prodotti sani e di qualità.

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