Mangiare e bere a Venezia: cinque posti in cinque ore
Cinque ore a Venezia: cinque posti dove mangiare e bere nella Serenissima.
Il baccalà, i cicchetti, la foschia, le osterie, l’acqua. Un mondo a parte, ci metti piede e stai attento a non affogare nelle emozioni. Arriviamo nel primo pomeriggio.
È un giorno perfetto per andare a Venezia, ha appena smesso di piovere, abbiamo solo cinque ore per innamorarci di nuovo.
La città lagunare ha un legame secolare con il vino, primo prodotto nei suoi commerci e nei diletti dei suoi abitanti. La storia enologica che ci racconta è complessa, nascosta, intima, domestica, legata a diversi luoghi e molteplici sfaccettature.
STAPPO ENOTECA CON CUCINA
La prima bottiglia è il rifermentato di Costadilà, il 280 slm, vino ottenuto dalla macerazione di uve autoctone a bacca bianca, da vigneti storici, varietà antiche, metodi e pratiche legate al sapere contadino, dove il vignaiolo accompagna la vite e il suo frutto nel naturale percorso di crescita.
La gustiamo da Stappo, a Santa Croce, nella sua corte interna, vero e proprio angolo incantato, insieme a ostriche, alici del Cantabrico e gamberoni crudi di Mazara.
OSTERIA DELLA RIVETTA
Ci perdiamo nella bellezza inafferrabile della città lagunare. Venezia contemplata e contemplativa, viva e morta.
È viva nell’Osteria Della Rivetta, nel vassoio d’“ovo duro” sul bancone e nel barattolo di vetro pieno di teste d’aglio sotto aceto.Beviamo bicchieri di bianchetto direttamente da un boccione da due litri riposto sottobanco, nel silenzio la voce allo stereo di Giovanni Lindo Ferretti canta “dammi una mano ad incendiare il piano padano”. Tutto il patrimonio immateriale di Venezia è sotto i nostri occhi.
ADRIATICO MAR
Prendiamo Calle Crosera per arrivare all’osteria di Francesco, Adriatico Mar, con il suo balconcino sul canale.Il soffitto basso con travi a vista, i tavoli di legno scuro e il piccolo bancone pieno di vino è sufficiente per farci tornare a quelle realtà di botteghe e abitazioni ricavate negli spazi esigui, sfruttati al millimetro, dove l’aria e la luce venivano catturate per il tempo necessario alle preparazioni culinarie.
BIRRARIA LA CORTE
A Campo San Polo c’è Birraria la Corte, forse il locale più grande della città. Prima magazzino cinquecentesco per ospitare tori, poi fabbrica di birra, nell’Ottocento, come si evince dal mosaico dorato all’entrata. Il passato si sposa con la modernità accogliente del locale.
Dalla ricca carta scegliamo il nuovissimo vino Di Rado del Roccolo di Monticelli. Vecchie vigne di Garganega e Trebbiano del veronese, di delicatezza infinita e beva sincera. Insieme mangiamo un’ottima pizza casertana al cornicione. Venezia e le sue mille culture, uniche, antiche e allo stesso tempo straordinariamente moderne.
OSTERIA AL BOMBA
Prima di lasciare andare il sogno, apriamo la porta della neonata osteria Al Bomba. La storicità di questi luoghi si manifesta nel lunghissimo tavolo della condivisione, simbolo di quello che era, già dal Medioevo, l’innegabile compito di un’osteria veneziana: riunire nel suo ambiente confortevole persone diverse legate soprattutto da un profondo senso comunitario.
Qui beviamo il rosato di Eugenio Rosi, da uve Cabernet Sauvignon, Merlot e Marzemino. Il vino salmastro ed elegante ci fa da culla ancora per un po’ nella città più bella del mondo che parla attraverso i suoi nobili palazzi e nei segreti nascosti dall’acqua che li bagna.