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La prima volta con un vino georgiano

Una degustazione al Caffè la Crepa è stata una buona occasione per affacciarsi sul panorama enologico della Georgia



I am wine.

caffè la Crepa di Isola Dovarese (CR). Un Chardakhi: mi piacque, ma la qvevri mi sembrava invasiva. Ne capii le potenzialità solo al secondo bicchiere. Lunedì scorso, in occasione di una cena con dei vignerons georgiani, sempre al Caffè La Crepa, ho approfondito il mio rapporto con questi vini. Ecco le mie considerazioni da neofita.

I vini georgiani

Nikoladzebiis Marani, TsitskaTsolikouri, 2010 un bianco di un viticultore di Nakhshirgele, Imereti. Profumato, pulito e immediato.

Kakha Berishvili, Rkatsiteli, 2011 un bianco del Kakheti. Fresco, persistente ed energico.

Nikoladzebiis Marani, Tsolikouri, 2011 dell'Imereti. Arancione, giovane e leggermente tanninico. 

Pheasant's Tears, Mtsvane, 2011 del Kakheti, prodotto dalla Pheasant’s Tears, la società di John H Wurdeman, pittore americano e di Gela Patalishvili, produttore georgiano. Non invasivo e carismatico. 

Jakeli, Saperavi, 2010 uno dei pochi vitigni a bacca rossa del Kakheti. La famiglia Jakeli è tra le prime produttrici di vino bio nella regione. Elegante ed equilibrato. 

Alaverdi Monastery, Rkatsiteli Millennium, 2010 prodotto dai monaci. Aranciato, fresco e consapevole. 

Il Caffè la Crepa ha proposto la sua ottima cucina tradizionale per accompagnare i vini. Frittura di pesci piccoli e di asparagi selvatici. Lasagna con ragù classico o di verdure. Agnello al forno con piselli, sbattuta d'uovo e polenta. Semifreddo al torrone di Cremona. Una fusion riuscita tra cibo e vino. Una supra (in georgiano tavola) azzeccata, per palati ricercati e curiosi.

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