Pasta in guerra
A Bruxelles neppure la pasta ci riconoscono?
Ravioli francesi e vermicelli cinesi hanno ottenuto l'IGP. Mentre l'Italia, nonostante sia riconosciuta in tutto il mondo come il Paese della pasta, possiede solo una indicazione geografica tipica, quella relativa alla pasta di Gragnano. Siamo il primo produttore con 3.2 milioni di tonnellate e consumatore con 26 chili di prodotto a testa, ma la nostra pasta non è certificata. Proprio di questo parlerà Davide Paolini, che cercherà di capire qual è la situazione intervistando produttori artigianali e non. Interverranno anche i responsabili dei distretti della pasta più importanti d'Italia, come quelli della zona di Gragnano, di Campofilone, della Valchiavenna.
La pasta, considerata fondamento della dieta mediterranea, sembra debba iniziare a temere la concorrenza internazionale, in grado di minacciare la qualità italiana. Il riconoscimento UE, infatti, è già arrivato al Raviole du Dauphìne francese, al tedesco Schwabische Maultaschen e ai vermicelli Longkou Fen Si, ottenuti con amido secco di fagiolini verdi e piselli. E allora: come mai l'Unione Europea critica la legge italiana sulla tracciabilità dell'origine degli alimenti?
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