Le nuove tendenze dei cocktail
Mocktail dark spirits ed erbe selvatiche tra i trend del 2020. finirà il regno del gin tonic? Il floraging come ultima tendenza
Il gin tonic
Ogni anno la stessa domanda: finirà il regno del gin tonic e di conseguenza il consumo di gin?
Pare ormai un quesito pleonastico, a fronte delle cifre di vendita e la nascita di nuovi produttori, in ogni parte del mondo, senza soluzione di continuità.
In particolare in Italia dove attualmente sono circa 300 le etichette che, tra l’altro, danno vita anche a un prestigioso evento The Gin Day. Il gin made in Italy si sta sempre più affermando per le sue caratteristiche completamente innovative di ingredienti biodiversi, tipici e territoriali.
Anche secondo le previsioni internazionali il gin tonic è saldo in sella nella hit parade dei consumi, così come lo Spritz, divenuto ormai worldwide negli aperitivi.
Quel suo colore arancio infatti nelle ore dell’aperitivo anima i bicchieri, quasi ad annullare il resto delle presenze nei tavolini di bar e ristoranti.
Quale trend potrebbe insediare il trono dell’inossidabile gin tonic?
Pare siano in ascesa i cocktail e le bevande senza alcol o poco alcolici, chiamati mocktail, ovverosia finti (mock). La tendenza è seguita con particolare interesse dai produttori di tisane fredde, di erbe, di fiori, come L’Angelica Istituto Erboristico e Wilden.Herbals.
In particolare L’Angelica ha strettouna collaborazionecon un cocktail bar di Milano, Les Fleurs Du Mal, che ha varato una invitante carta, dove gli ingredienti dei vari mocktail sono: succo di zenzero sciroppo di agave, arancia, carota, melassa di canna da zucchero, pura liquirizia, ciliegia, anguria o melassa di melograno, acqua di rose o succo di limone, foglie di menta.
Insomma all’orizzonte c’è una tendenza della mixology, che si rivolge a nuovi bevitori allergici all’alcol che potranno sedersi, senza sentirsi fuori luogo, al bancone di un bar o ai tavolini in compagnia di appassionati di cocktail tradizionali e non.
Dark spirits e Foraging
Inoltre fa capolino un ritorno dei sempre verdi: rum e whisky (dark spirits) che riporteranno alla ribalta i cocktail classici come Daiquiri, Whisky sour, Manhattan, Mojito, Old fashioned.
Quest’ultimo è da molti anni, secondo i bar intervistati da Drinks International negli Stati Uniti, il più richiesto (35%) della hit parade dove sono presenti, oltre ai citati drink, ottenuti con rum e whisky, anche Negroni, Dry Martini, Margarita, Espresso Martini, Aperol Spritz.
Altra tendenza in nuce della mixologia è il ricorso agli ingredienti selvatici, ovverosia ottenuti da foraging, movimento che pratica il procacciamento di cibo selvatico.
Dagli studi e ricerche del laboratorio Wood*ing, la nota forager Valeria Margherita Mosca ha pubblicato un volume “Wild Mixology” con trenta ricette originali, interamente dedicato all’utilizzo di piante ed erbe spontanee in ambito di miscelazione che supportano il bere salutare e che sostiene l’ambiente.