Firenze, la spesa sostenibile di Genuino Punto Zero
A Firenze la spesa si fa da Genuino.Zero, una start up nata per garantire un consumo più buono, più salutare, più equo e più sostenibile
- La spesa sostenibile: dal produttore al consumatore
- Da dove arrivano i prodotti di genunino.zero?
- Prodotti, ma anche storie
Lo scotch. Questo è il cruccio più grande di Chiara Brandi, fondatrice di GenuinoZero, la start up fiorentina nata per azzerare le distanze tra produzione e offerta, in nome di un consumo più buono, salutare, equo e sostenibile.
Lo scotch in effetti Genuino.Zero lo compra in rete, è di carta (non plastica), ma è l’unico prodotto non “local” di tutta la sua filiera, in pochi mesi diventata un must per chi cerca una spesa di prodotti di qualità e locali, da far arrivare direttamente a casa.
La spesa sostenibile: dal produttore al consumatore
Il modello è estremamente genuino, come il nome con cui esce sul mercato: il cliente va sul sito genuinopuntozero.it e seleziona i prodotti da inserire nel suo pacco spesa.
I produttori e le botteghe locali sono tutti selezionati da Genuino.Zero seguendo pochi, ma importanti paletti: solo aziende a conduzione familiare, che producono in modo artigianale e non semi-industriale, che seguono la regola di privilegiare la qualità alla quantità e che difficilmente troverete in gdo.
I prodotti sono confezionati in packaging di carta o bioplastica, a basso impatto ambientale, le box sono di cartone 100% riciclato stampate da un’azienda del territorio, non acquistati online al prezzo più basso. La spesa può essere ritirata di persona, molti clienti vengono in bicicletta, oppure arriva a casa attraverso una logistica mirata a massimizzare al meglio le consegne.
Al cliente arriva una spesa che fa bene al palato, al fisico e al morale, perché sa di aver aiutato un piccolo produttore o una bottega di quartiere.
Da dove arrivano i prodotti di Genunino.Zero?
La sostenibilità di questo progetto si esprime nel suo concept, nella sua gestione quotidiana, ma anche nei prodotti che tratta. Sapevate che esiste una certificazione che garantisce che le mucche, da cui proviene il latte di un determinato produttore, mangiano solo fieno proveniente dall’azienda? Fonte dei Serri ce l’ha e, se vi capita di ordinare su Genuinino.Zero, inseritelo nel carrello, capirete come il fieno fa la differenza.
Qui, in circa 70 ettari all’ombra dei boschi casentinesi, possono vivere nelle condizioni migliori un piccolo gruppo di bovini, maiali e galline che da queste parti sono considerati di famiglia, e non numeri produttivi. Il rispetto verso gli animali, che viene dal cuore (solo per fare un esempio gli animali non vengono mai legati neanche in stalla), regala poi sensazioni favolose al più terreno palato. I formaggi che nascono da questo approccio sono l’esempio lampante di come facendo bene alla natura, si fa qualità assoluta.
Al carrello aggiungete anche formaggi, cereali e/o confetture di Poggio di Camporbiano, una cooperativa agricola nata nel 1988 da un gruppo di ragazzi che molti vedevano come dei gastrosognatori al grido di “hasta la sostenibilità siempre”, ma che in realtà 33 anni fa avevano già capito come potesse esistere, ed essere vincente, un’alternativa all’agricoltura massiva.
Nella loro azienda agricola gli animali sono curati solo con fitofarmaci naturali, il fieno è raccolto la notte e asciugato con l’aria calda dei tetti delle stalle, le galline hanno pollai che si aprono in automatico con l’energia ottenuta pannelli solari. Provare, le loro specialità, per credere.
Prodotti, ma anche storie
Ma prima ancora dei prodotti, Genuino.Zero ha il grande merito di far circolare storie. Diverse, che hanno sempre presupposto strade più difficili, bilanci di fine anno meno ricchi, ma sicuramente soddisfazioni più autentiche per chi le ha generate e per chi oggi può farsele raccontare dai prodotti che da queste storie nascono.
E per il momento, il mercato fiorentino pare aver apprezzato tanto che in poco meno di due anni sono quasi 3.000 le famiglie che hanno scelto di fare una spesa “genuina” che fa bene al palato, ma anche al territorio.