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La Babele del cibo

Le parole sono "importanti", anche nel cibo



“Il nuovo che avanza”: un concetto pseudo sociologico usato e abusato così come nel pianeta cibo. È più il verbo che il contenuto che sostiene la cucina, pur nuova che sia. Ad attrarre dunque non sarà il piatto, quanto la sottigliezza sintattica. Dai locali d’eccellenza fino alle osterie ormai domina il termine “carpaccio”.

Le parole sono importanti

È in tutte le salse: dal carpaccio vegano di zucchine, al carpaccio "vegetariano" di tonno o di ricciola, al carpaccio di lingua e dulcis in fundo al carpaccio di ananas. Trasformare questi piatti, direi banali, con un termine storico mi ricorda molto chi da sempre si esprime con il dialetto e fa ricorso all’italiano storpiandone il suono. Insomma, nel dare un valore aggiunto a ciò che si offre. In realtà pesce o carne vengono tagliate in fette sottili con un’affettatrice. È un vero peccato questa diffusa storpiatura perché il carpaccio è un classico inimitabile. Lo ha creato a Venezia nel 1950, l’anno della grande mostra del pittore Vittore Carpaccio, Giuseppe Cipriani dell’ Harry’s Bar. Consiste in fettine sottilissime di controfiletto di manzo, disposte su un piatto e decorate alla Kandinskij con una salsa “universale”.

Il cappuccino solo a colazione, grazie

Non se ne può più anche del “cappuccino”, non certo di quella stupenda bevanda che allieta il mattino a colazione, ma dell’introduzione clandestina “nei menu”  sotto mentite spoglie di: cappuccino di baccalà, cappuccino alla bolognese, cappuccino di seppie al nero ecc. Vero è che il cappuccino può ricordare  un piatto caldo e spumoso, ma questa eccellenza  made in Italy, così scopiazzata nel mondo, lasciamola di caffè e latte. Magari si cercasse nei bar e nelle pasticcerie italiane di servirlo come Dio comanda.

Carpaccio, cappuccino cominciano ad avere dei confratelli clandestini, infatti inizia a far capolino un altro cult della gastronomia italiana: il tiramisù. Così, eccoti il tiramisù di baccalà e patate con lardo di cinta senese o il tiramisù salato con peperoni e melanzane. Anche “gelato” ha non pochi sponsor, tutto viene servito con questa modalità (il PacoJet nelle cucine è ormai più diffuso dei forni). Sedano, lattuga, barbabietola e finocchio hanno sostituito i gusti al cioccolato, alla nocciola, al caffè.

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