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Com'è dolce il futuro

Il corso di panificazione di Niko Romito in Bolivia, per lo Youth Empowerment di Save the Children


Violenze, stupri, miserie, fame, abbandoni sono i segni sui volti delle adolescenti boliviane, le cui storie ho avuto modo di ascoltare, in un’occasione speciale, nell’Armado Center di pasticceria di El Alto-La Paz (Bolivia), di cui è partner lo Youth Empowerment di Save the Children con il sostegno di Bulgari. Ragazze di 12, 14, 16 anni, alcune già mamme in così tenera età di uno o più figli, che mostrano, in qualche caso, oltre la giacca bianca, una mascherina che copre il viso. Non si tratta di una difesa immunitaria, come potrebbe apparire, bensì di un espediente per sfuggire, dopo essere scappate disperate, dalle loro misere case, all’individuazione da parte di chi li ha violentate una, dieci, cento volte, in molti casi gli stessi familiari, indifferenti alla nascita di creature e magari poi pronti ad abbandonarle in strada. È davvero bizzarro notare che questa triste realtà sia poco diffusa o trascurata dall’informazione, mentre siano portati all’attenzione internazionale vicende modaiole e di poco conto, come quella che ha coinvolto l’attrice Asia Argento e l’attore Jimmy Bennet.

Queste giovani adolescenti boliviane comunque sognano, vogliono una nuova vita. Lo Youth Empowerment Bulgari è un’opportunità, un modello che prevede interventi coordinati, che partono dallo sviluppo della persona fino alla formazione personale (al momento il progetto è focalizzato su 25.000ragazzi vulnerabili in 4 paesi). Nell’Armado Center è una giornata particolare, un momento atteso da tempo. Il programma prevede l’intervento di uno dei più prestigiosi chef italiani, Niko Romito, che insegnerà loro la tecnica della panificazione. La vendita di pane e di dolci sono tra le attività che possono in qualche modo offrire una possibile chance in una società che non dispone di tante altre opzioni. Niko con passione e grande disponibilità coinvolge ragazzi e ragazze, li stimola a migliorare la loro cultura del pane e dei dolci, in un contesto dove emerge subito la voglia di mettersi in mostra, di imparare per riscattare il loro passato, tutto ciò provoca un grande entusiasmo, che contagia ed emoziona tutti i presenti.

Quante storie drammatiche di questi giovani, gioiosi per una giornata, quanta voglia di riprendersi una vita spezzata. Quanta energia in Claudia, 18 anni, occhi svegli, intelligenti, lavora in strada da quando aveva 7 anni, vendendo caramelle e poi imparando, come il fratello Oscar 16 anni, a fare la giocoliera e l’artista di strada ai semafori per sbarcare il lunario, viste le pochissime opportunità di scolarizzazione e di lavoro nella sua città di Cochamba. Nel marzo 2018 Claudia e Oscar hanno iniziato a partecipare al programma di Youth Empowerment di Save the Children finanziato da Bulgari dove, come loro stessi ammettono, hanno non solo hanno acquisito consapevolezza per raggiungere i loro obiettivi, ma hanno anche potuto acquistare tutto il necessario: dal forno agli ingredienti per dare impulso alla loro attività di produzione: empanadas, torte e pane. Grazie alle prime vendite, di cui si occupa Claudia dalle 5 del mattino fino alle 9, questi due fratelli hanno cominciato a tirar su i muri del loro primo negozio, nel cortile di casa, tuttora senza il tetto (che mostrano con orgoglio in foto). Sono rimasto molto impressionato dall’intelligenza e dalle doti in nuce di imprenditore di Claudia. Alla domanda sul futuro mi ha risposto che non ha sogni, ma solo obiettivi da realizzare: “aprire più punti vendita in diverse zone della città, per consolidare la nostra impresa e poter assumere altri adolescenti che hanno bisogno di lavorare, e offrigli un lavoro dignitoso e una vera opportunità per il futuro”. Questa diciottenne mostra già una maturità indiscussa, attenta, furba, segue le indicazioni di Romito su un foglietto di carta, controlla il food cost e i ricavi su ogni singolo prodotto venduto. Sono certo che fra qualche anno Claudia e Oscar avranno costruito una catena di pasticcerie con il marchio “Confiserie et art”.

Le storie di vita di questi adolescenti sono molto diverse tra loro, ma sempre drammatiche. Come la diciassettenne Adriana, 8 fra sorelle e fratelli, cresciuti in situazioni di violenza in casa e in strada. Adriana ha vissuto in cinque città diverse in Bolivia e in Argentina, facendosi trascinare da amici nel vizio del bere per un periodo nella zona rossa della città di El Alto a La Paz. Poi, prima grazie all’aiuto di Maya Quimsa Foundation, partner di Save the Children che sta attuando il programma YEB a La Paz, quindi dopo tre moduli del workshop del Youth Empowerment Bulgari, Adriana e sua sorella Katy hanno cominciato a imparare a fare “api con pastel” un dolce tradizionale boliviano, dove impiegano un ingrediente segreto, che non hanno rivelato, neppure su richiesta di Romito. Un’innovazione in effetti, che rende unico il loro prodotto, un’arma in più di vendita. “Poi”, racconta Adriana, “ci hanno aiutato a comprare tutto ciò di cui avevamo bisogno per avviare il nostro business: cucina, pentole, contenitori, posate, thermos. Per iniziare ci hanno sostenuto con quasi 6 mila Bolivianos (900 euro). Cuciniamo tutto nella nostra stanza, poi usciamo a venderei nostri dolci che ci permettono di guadagnare tra i 150 e 200 Bolivianos al giorno, ma già pensiamo di aumentare le vendite giornaliere”.

Queste e altre storie positive sono state solo possibili per lo straordinario lavoro di Save the Children, che si realizza su quattro aree di intervento in molti paesi (Youth Empowerment, Educazione, Contrasto alla povertà, Emergenze), grazie al sostegno di Bulgari, iniziato nel 2009, che ha toccato ben 73 milioni di euro. I fondi sono stati raccolti con una linea di gioielli (un anello, un pendente e un bracciale) di cui 75 euro a pezzo vanno a Save The Children con cui sono stati implementati 114 progetti; in più di 4900 le scuole sono state migliorate le infrastrutture. La partecipazione di Bulgari non è limitata ai fondi, ma ha coinvolto l’entusiasmo di oltre 400 dipendenti e di oltre 250 celebrities in visite sul campo nei vari paesi. Il rendere partecipe il mondo di appartenenza di un’operazione umanitaria di tale portata è un case history davvero significativo.

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