Chef italiani imprenditori, perché no?
Gli chef italiani e le loro difficoltà ad aprire aziende internazionali
A livello nazionale esiste un parallelismo tra cucina e moda: sono entrambi settori trainanti del made in Italy, accomunati dalla creatività dei rispettivi addetti ai lavori e da numerosi punti di contatto. Le feste "alla moda" sempre più spesso anelano a una cucina di qualità e sono frequentate da chef. E, dato non sottovalutabile, continuano a proliferare i casi di stilisti che intervengono nel mondo del cibo con ristoranti, alberghi e vini.
Nonostante l’analogia, una differenza palese intercorre tra i due ambiti: gli chef italiani, come i loro connazionali stilisti (Armani, Dolce Gabbana etc.), non hanno fatto il salto di qualità per aprire catene di locali e creare aziende internazionali. Perché nessuno chef del nostro Paese riesce a fare quello che i suoi colleghi stranieri - quasi tutti tristellati e con sedi pluriubicate (i francesi Ducasse e Robuchon, gli inglesi Gordon Ramsey e Jamie Oliver, l’italo-americano Bastianich, l’austro americano Wolfang Puck) - e gli stilisti imprenditori hanno realizzato con successo?
Cosa manca ai nostri bravissimi chef? E’ lo spirito d’artista che non permette loro di replicare le proprie creazioni o l’assenza di capacità imprenditoriali?
Se ne parlerà sabato 11 gennaio alle ore 11.00 su Radio 24 con:
GAETANO MARZOTTO | Presidente Pitti e Vini Santa Margherita
GUALTIERO MARCHESI | Chef
FABIO PICCHI | Chef del Ristorante il Cibreo di Firenze
GIANFRANCO VISSANI | Chef del Ristorante Casa Vissani di Baschi (TR)
DAVIDE OLDANI | Chef del Ristorante D’O di Cornaredo (Mi)
CARLO CRACCO | Chef del Ristorante Cracco, Milano
SEVERINO SALVEMINI | Docente di Organizzazione Aziendale (specializzato in Industrie Creative) all’ Università Bocconi di Milano
MASSIMO BERGAMI | Docente di Organizzazione Aziendale all'Università di Bologna e Direttore di Alma Graduate School
ANDREA BERTON | Chef del Ristorante Berton di Milano
JOE BASTIANICH | Ristoratore