Brik e bag in box
Odiati e amati: è solo questione di portafoglio? Ma dentro cosa c’è?
Riascolta la trasmissione di 5 febbraio. Sempre su Radio 24!
vino in bottiglia? Il dibattito è acceso tra appassionati, esperti e sommelier che cercano di capire i trend del mercato, in cui brik e bag in box sono certamente in forte ascesa. Questione di portafoglio o di evoluzione dei consumi e del packaging?
secondo i dati diffusi lo scorso anno dalla ricerca Symphony Iri Group per Federvini, cresce il valore del vino confezionato venduto nella Gdo italiana, dalla classica bottiglia al bag in box: nel 2009 si parla di 1.406 milioni di euro per 574,9 milioni di ettolitri di vino, con valore in crescita del 2,5% e il volume in calo dello 0,2% sul 2008, e un prezzo medio a confezione di 2,45 euro. I dati di gennaio-aprile 2010 confermano il trend, con il valore che cresce dello 0,2, il volume che si comprime dello 0,3, mentre il prezzo medio si attesta su 2,40 euro. 445,7 i milioni di euro incassati dalla Gdo, per la vendita di 185,8 milioni di litri di vino (*archivio WineNews).
Certamente il bag in box ha dei vantaggi rispetto alla distribuzione di vino sfuso in damigiana, in quanto eviterebbe la iperossidazione ovvero l'eccessivo contatto con l'aria che può avere il vino nel momento in cui viene trasferito dalla botte alla tanica e dalla tanica alla bottiglia. A questo si aggiunge la leggerezza, la sostenibilità, la facilità di trasporto che però non sono sufficienti a compensare lo smacco provocato dalla data di scadenza obbligatoriamente stampata sul brik. Problema che nel vino in bottiglia non esiste, in quanto non scade mai!
Cosa ne pensate? Preferite vetro, brik o bag in box?>>