La parola naturale è inflazionata e rischia di screditare il settore
L’azienda agricola Radikon è situata sull’altura di Oslavia (frazione del Comune di Gorizia) lungo il variegato costone che dal ponte dell’Isonzo sale verso San Floriano, nel cuore del Collio. Dal 1980 è condotta da Stanislao (Stanko) Radikon, che con la sua famiglia si è sempre impegnato nel produrre un vino naturale, con il massimo rispetto per il territorio e per l’ambiente. Dal 1995 lavorano senza l’impiego di nessun prodotto chimico e hanno ridotto al minimo indispensabile i trattamenti, sia in vigneto, che in cantina, utilizzando comunque solo prodotti naturali. Tra i suoi vini vanno menzionati Ribolla, Oslavje, Merlot, Jakot.
Si può dare al vino la definizione di “naturale”?
Sarebbe bello ma purtroppo ma la parola naturale viene usata in tutti i settori merceologici, anzi viene abusata anche quando in alcuni prodotti sono presenti conservanti. È troppo sfruttata, per cui mi chiedo se sia conveniente continuare ad impiegarla nel settore del vino. È un peccato perché, a mio parere, è in grado di esprimere al meglio tutto quello che riguarda il territorio, l’ecosistema e il rispetto che deve avere l’uomo nei suoi confronti.
Quindi, quali caratteristiche deve avere un vino per essere definito “naturale”?
Per essere definito naturale un vino deve esprimere trasparenza, sincerità, la sua vera anima. Questo non significa che deve essere per forza perfetto… paragonandolo ad una donna, ha uno stile “acqua e sapone”! Il vino “è”, e non deve assume particolari sembianze.
Biologico, biodinamico, naturale: oggi si discute tanto su questi temi, forse troppo. Sarebbe opportuno stare zitti e produrre così come si faceva 50 anni fa, quando tutto era naturale. La chimica ha fatto sì che si potesse modificare e pilotare un prodotto raggiungendo i risultati voluti a tavolino, trasformando il vino in una bevanda buona “per forza”. Il gusto viene studiato e pianificato e accade spesso che, i produttori che non riescono a raggiungere i risultati sperati, nascondano i difetti dei loro vini dietro la nomea di naturale. Questo non deve succedere, e per evitarlo, non bisogna far diventare la filosofia naturale una moda: chi è vicino e attento a queste cose non ha difficoltà a trovarci!
Qual è la caratteristica che differenzia il suo vino da quello tradizionale?Quale il suo valore aggiunto?
Indubbiamente il sentore dell’uva. Sembra un banalità, ma è fondamentale. Noi produciamo soprattutto dei vini bianchi e spesso accade che, nei bianchi in commercio, non si senta più la materia prima, ma la vaniglia, il barrique. Invece, io ritengo che si debba sentire il frutto. Noi vinifichiamo in modo naturale, senza nessun tipo di filtrazione e il nostro vino si presenta al pubblico non per la sua bellezza ma per la sua fragranza, e il suo sentore.