Un Gastronauta alla Birra dell'anno
Uno dei nostri era al concorso riminese e ci racconta come funzionano questi eventi
Mercoledì scorso una chiamata improvvisa e inaspettata, partita dallo staff Unionbirrai del concorso birra dell'Anno, mi chiedeva di partecipare alla giuria della competizione. Neanche terminata la conversazione cavalcavo già l'autostrada in direzione del RHEX. Niente, nemmeno l'allerta meteo sul pericolo neve, avrebbe potuto impedirmi di raggiungere Rimini.
La mattina seguente inizia una serrata serie di round volti a classificare 556 birre, divise in 24 macrocategorie. La composizione della commissione era di eccezionale caratura – figure tra le più preparate provenienti da tutto il mondo – mentre gli assaggi erano serviti rigorosamente alla cieca per garantire l'imparzialità di giudizio. Ha suscitato dibattito la decisione di utilizzare bicchieri di plastica piuttosto che in vetro per motivi di praticità. Questa procedura ha acceso polemiche sul web ed animato un confronto tra i giudici italiani. Al contrario, per la maggior parte dei componenti stranieri della giuria, non rappresenta un limite, ne sono infatti avvezzi essendo una consuetudine già in uso in altri grandi concorsi internazionali.
Dai risultati del concorso si è manifestata un'evidente dicotomia: negli stili più classici hanno avuto successo birrifici giovani e meno noti come il B.A.V., oro con Pilsner e Bitter, o Statalenove, ha fatto incetta di premi. Diversamente nelle categorie speciali hanno dettato legge birrifici tra i più affermati grazie a prodotti ormai identificabili come eccellenze italiane. Luna Rossa del Birrificio del Ducato e BRQ SC#3 del Birrificio Italiano hanno dominato tra le birre acide mentre nelle affinate in legno hanno vinto l'oro e l'argento Lune e Terre di Baladin premiato anche come Birrificio dell'Anno.
Ha fatto discutere la mancata assegnazione di alcune medaglie dovuta allo scarso numero di partecipanti, all'errata iscrizione in una categoria piuttosto che in un altra o alla qualità un po' altalenante di alcune birre che arrivano non sempre in forma ai panel. Pur sottolineando che si tratta di uno spaccato parziale – partecipano solo 104 degli oltre 400 birrifici attivi nel nostro Paese – il nord, la Lombardia in particolare, conferma le proprie doti con un ricco medagliere, mentre il meridione fatica ancora ad essere competitivo. Terminate gara e premiazioni il pubblico e i birrai si sono riversati tra gli stand a bere, per festeggiare alcuni, per dimenticare altri.