All'Osteria Ophis di Offida
L'Osteria Ophis di Offida è ambasciatrice dei prodotti locali marchigiani che vengono proposti con cura e gusto.
Offida è uno dei Borghi più Belli d’Italia e questo è un fatto, non auto dichiarato, ma letteralmente conclamato da quindici anni secondo l’autorevole club che li censisce.
Offida, tra colline e leggende
Le sue colline dolci sono quelle che separano i monti Sibillini dalla costa adriatica, pendici ammantate di un’agricoltura resistente e originale. Vitigni, girasoli, coltivazioni agricole e un discreto distretto vivaistico rendono questo angolo di Marche un autografo verde alla sua tradizione.
Passeggiare nel centro di Offida significa perdersi in un triangolo di vicoli a circa 300 metri sul livello del mare, un incrocio di storia e mattoncini che disegnano la sua piazza principale per poi diventare un sentiero che porta al suggestivo affaccio di Santa Maria della Rocca.
Facile soffermarsi ad ammirare l’arte del Tombolo, su qualche soglia operosa dove le donne picene continuano a ricamare il tipico merletto che si tramandano dal Quattrocento. Così com’è facile distinguere una delle massime rappresentazioni gastronomiche di questo entroterra.
Ophis è un’Osteria, contemporanea si potrebbe dire se fosse davvero necessario dargli un contesto temporale, con un nome che proprio alla storia deve il suo significato.
Letteralmente “serpente”, Offida deve al “Serpente Aureo” Ophite la sua genesi e la sua leggenda più importante, il suo corso principale e un tempio etrusco ai tempi sede di un oracolo.
Ophis, l’Osteria Slow Food di Offida
Tornando all’Osteria Ophis, parliamo di un locale ricavato dallo chef Daniele Citeroni Maurizi all’interno delle ex stalle di Palazzo Alessandrini, dove volte a botte e grotte testimoniano quattro secoli di storia dal Medioevo a oggi.
Tavoli ampi, sala immediata in uno spazio unico con qualche colonna a fare da quinta, cucina riservata e un misto di essenziale eleganza nello stile.
Accoglienza sorridente al femminile, servizio coerente e giustamente informale a garantire costante attenzione.
Dal menu arrivano una serie di piatti che tracciano la linea guida di un’attenta filosofia di cucina, un patto non scritto in cui cuoco e cliente si impegnano a valorizzare prodotti e tradizioni fortemente locali.
L’attenzione ai Presidi Slow Food marchigiani è altissima ed è bello scoprirne non solo il sapore, ma la storia di cui Daniele si fa ambasciatore.
I piatti
Il benvenuto dello chef apre le danze alla sostanza, un Pancotto che diventa Tombolo in una croccante espressione a mo’ di crocchetta, il Chichì ripieno con tonno, alici e sottaceti che farciscono un bao cotto al vapore e infine una pizza al formaggio in monoporzione.
Dagli antipasti arriva una buonissima Galantina di pollo con giardiniera di stagione, servita con maionese di patate e di rapa rossa. Bocconi divertenti in croccantezza e gusto, grazie a una giardiniera magistrale e a un’elegante versione di galantina a base di un pollo umido e succulento.
Intense le salse a base maionese e funzionale la pulizia che lascia il gel di giardiniera al centro di un piatto esteticamente anche bello da vedere. Il Cornetto e Cappuccino supera le aspettative classiche da cavallo di battaglia, già visto, arrivando al tavolo con un cornetto salato da immergere in una fonduta di parmigiano che copre del ciauscolo. Intenso, ben bilanciato e davvero appagante.
Tra i primi piatti spicca una pasta col nostro raccolto #leterrediscè, che in chiave vegetariana è un’esplosione verde di gusti alternati. Pasta di ottima mordenza sommersa da fogliame, che va dal piccante al balsamico e dall’amaro all’acidulo.
I cannelloni alla brace hanno, nella loro autentica natura ruffiana, il segreto di un successo appagante, ripieno giustamente speziato, sugo corposo e scottatura alla brace finale alla quale forse darei maggior risalto portando i cannelloni alla crosta.
Si gioca infine la carta dei secondi e sul coniglio fritto, percepito come uno sfizio di bilanciata leggerezza servito asciutto nel suo fondo, spicca con arroganza l’agnello in salmì.
carne locale lavorata con maestria, capace di conservare gusto e consistenza ed essere servita con un lavoro di grande esperienza nel dosaggio di vegetali e spezie nella preparazione del salmì a base di Rosso Piceno.
Un gran piatto. Dessert lasciato da parte per la prossima visita, con dolce finale lasciato a una piccola pasticceria classica che accompagna il caffè. Quest’ultimo da nota di merito a parte.
Carta dei vini territoriale, scontrino medio sui 50 Euro per tre portate, un menu degustazione a 8 corse per adulti (€ 70,00) e finalmente anche un degustazione di 4 piatti, con prezzo popolare (€ 30,00), dedicato a bambini e ragazzi fino ai 25 anni “con lo scopo di avvicinarli alla ristorazione di qualità”.
Offida vale la riscoperta del territorio piceno tra storia, tradizione e legami di una terra ricca di motivi per essere vissuta con curioso senso di scoperta. Nei vicoli del borgo del Serpente Aureo, l’Osteria Ophis è il manifesto d’appartenenza di Daniele Citeroni Maurizi, offidano DOC e cuoco ambasciatore di biodiversità.
Contatti
Osteria Ophis
Corso Serpente Aureo 54-A/B/C, Offida (AP)
0736.889920
info@osteriaophis.com
www.osteriaophis.com