Non solo rublo: la gastronomia russa
E se fosse la gastronomia la possibile via d'uscita dal tracollo economico russo?
In giornate difficili come quelle odierne, con una moneta (il rublo) alle prese con una spirale discensiva inarrestabile, un’economia completamente dipendente dal petrolio e una situazione geo-politica lontana dalla stabilità, la stampa nazionale e internazionale fa a gara per descrivere la ritirata dell’orso russo a meditare e leccarsi le ferite.
Noi intendiamo invece spostare l'attenzione su un settore, quello agroalimentare, che lo stesso Putin, nel discorso annuale tenuto alla nazione di ieri, ha indicato quale uno dei capisaldi per la ripresa. E ovviamente sui prodotti russi che potrebbero varcare le soglie delle nostre abitazioni in queste giornate prettamente dedicate al cibo.
Gastronomia russa
Su quel sapore un po’ amaro delle aringhe, magari adagiate su una fetta di pane nero leggermente abbrustolito e addolcito da alcune foglioline di aneto. Oppure ci piace pensare al risveglio, lasciando viaggiare la nostra mente e immaginandoci in una dacia della campagna moscovita, a guardare dalla finestra un paesaggio bianco il cui silenzio è interrotto soltanto dal crepitio della legna che arde sul camino, assaporando un blinis appena cotto, con quella morbidezza data dalla combinazione di panna acida, salmone affumicato e caviale. O ancora uno storione affumicato per sostituire l’iper inflazionato salmone sui banchetti delle nostre tavole natalizie.
Ma non è solo pesce la cucina russa, anzi: è un’insalata olivier dal nome del cuoco che la preparò nel diciannovesimo secolo in un ristorante della capitale, del tutto simile alla versione italica dell’insalata russa, ma con un’aggiunta di piccoli tocchetti di pollo a dare un’armonia maggiore al piatto.
E altresì la terra di zuppe, calde e fumanti, tra le quali spicca maestosamente il borsch dal rosso colore quasi fosse un tramonto: barbabietole come etoiles e verdure in abbondanza come corpo di ballo, abbracciato alle quali cuoce a fuoco lento un pezzo di biancostato. Piatto che al momento della degustazione viene impreziosito da una spruzzata di prezzemolo e panna acida. Il tutto sullo sfondo di un bicchiere di vodka, marca Beluga (alium non datur): ma questa è un’altra storia.