L’Orto già Salsamentario: ristorante plant based a Torino
Torino: un ristorante vegetale plant based a due passi dai Murazzi. Lo chef Eduardo Ferrante ha aperto un orto con cucina dove c'era una antica salsamenteria.
Salsamentario, dal latino salsamentarius, derivato di salsamentum "salamoia": negoziante che vende prevalentemente salumi e formaggi. Più semplicemente salumiere. Ma andiamo a piccoli passi…
UN NOME CHE INCURIOSISCE
Vado a Torino due volte all’anno, perché sono metà torinese, metà salentino e metà indiano. E in quelle due volte all’anno mi piace ritornare nei luoghi in cui ho vissuto e scoprirne di nuovi e insoliti. Piazza Vittorio e La Gran Madre sono i quartieri più affascinanti di questa città; cammino oltre il Po’ in quelle strade che salgono in collina che raccontano la storia di Torino.
Mi imbatto subito in questo locale che ancora non conosco, ma la sua insegna è tutto un programma: orto già Salsamentario. Un meraviglioso ossimoro culinario: l’orto presume una cucina vegetariana fatta dei frutti della terra, salsamentario è antica gastronomia di derivati dal maiale e dal latte: poco vegetale, molto animale. Interessante come la narrativa conquisti l’attenzione, in fondo un prodotto esiste ancor più se ha una storia da raccontare. Chiamo e ci torno per cena.
LO CHEF
Appena arrivo mi viene incontro un nobile signore dalla barba bianca e sorriso sincero che è certamente lo chef: Eduardo Ferrante, anima e titolare dell’Orto già Salsamentario. Ricambio il sorriso, mi accomodo e, dopo qualche istante, Eduardo già si racconta:
“da bambino, in campagna dai nonni, siciliani e campani, giocavo con gatti, conigli, oche… Soprattutto oche”. Arriva subito al punto: “Avrò avuto circa12 anni quando alla mia oca preferita hanno tirato il collo. Così ho detto a mio padre che non avrei mai più mangiato animali. Così è stato e per mia fortuna ho fatto di quella promessa la mia passione e la mia vita. Ma c’è voluto del tempo, non è che tutto accade, bisogna farne di strada”.La vita non si riassume in un assunto verbale. Eduardo ha viaggiato molto e ha vissuto a lungo negli States; è da sempre un creativo e ha un carattere istrionico: si occupa di libri, di radio e tv, di Street food, di viaggi, insomma non sta fermo mai. Ha fatto anche il manager d’azienda, l’informatico e ha studiato cucina ma poi, tornando a casa, si è rimesso a inseguire la sua passione per la natura e ha realizzato il suo sogno: un “orto” ristorante vegetale 100%, in una ex salumeria “già salsamentario”.
Continua Eduardo: “Fino al 1923 questo posto ospitava una salumeria (il salsamentario). Quando siamo subentrati nel 2017, abbiamo deciso di mantenere il nome e la bellissima insegna d’epoca perché le tradizioni sono importanti. Abbiamo aggiunto l’evoluzione, quella che propone l’Orto già Salsamentario, che sperimenta una cucina 100% vegetale, legata alla natura, alla stagionalità e alle piccole produzioni agricole, con un sentimento di amore capace di cambiare le cose, in armonia con il mondo in cui viviamo”. Una nobile missione.
L'AMBIENTE E IL MENU
Così all’Orto già Salsamentario cenano regolarmente Novak Djokovic (quando viene a Torino per le Atp Finals) noto avventore vegano, ma anche Martin Gore dei Depeche Mode.
Il locale ha un’atmosfera silenziosa, fatta di luci basse e sguardi sottovoce. Il menù è un tripudio di fantasia: miscela tradizione e innovazione, bellezza e stagionalità, per esaltare le piccole produzioni agricole che Eduardo scopre viaggiando per l’Italia e per il mondo.
Piatti forti: Tripudio di sapori, dedicato a Martin Gore dei Depeche Mode: seitan artigianale marinato in Barbera langarola, stufato con porri e ripassato in forno. Servito su letto di purea di patate, al profumo di noce moscata e bok choi (cavolo cinese) al timo, cotto al vapore.
Il Piatto Novak, dedicato al tennista Novak Djokovic: morbidi burger crudisti di carote, mandorle, pomodori secchi e olive con semi di lino e girasole, impanati in semi di sesamo, essiccati per 6 ore a 42° e serviti con crema di anacardi e curcuma, chips di topinambur, insalata fresca e cavolo viola marinato.
E ancora i classici piemontesi (ma non più classici): tomini di cavolfiore e anacardi, accompagnati con bagnetto verde al prezzemolo e ravanello marinato in aceto di mele e olio extravergine di oliva, serviti con fragranti raw cracker ai semi di lino, chia e girasole, essiccati per 12 ore a 42°.
Da non perdere i ravioli artigianali di grano duro, grano tenero e polvere di curcuma, ripieni di zucca e porri, conditi con sugo d’arrosto di seitan e verdure. Per chiudere in dolcezza le francesine: praline di cioccolato, mandorle, noci e uvetta, posate su marmellata crudista di datteri, servite con spuma di menta e polvere di pistacchio.La cena vola via gustosa e piacevole, il servizio è ineccepibile, la compagnia è ottima. Lo chef Eduardo Ferrante sforna i sapori migliori e, tra un piatto e l’altro, racconta.
Uno Chef cantastorie che dispensa piatti 100% naturali e regala sorrisi, mentre fuori esplode la movida a due passi dai Murazzi. Eduardo ha scritto anche un libro “Vegan Street Food” in cui ha raccolto ricette veg da tutto il mondo o come dice lui “ricette libere da prodotti di origine animale”.
E questo senso di libertà, qui, all’Orto già Salsamentario, si respira profondamente. Se passate da Torino, che siate o non siate veg-lovers, non perdetevelo!
Contatti
L'Orto già Salsamentario - Ristorante Vegetale Plant Based
Via Monferrato, 14A, Torino
011 19941740
prenotazioni@lortogiasalsamentario.it
www.lortogiasalsamentario.it