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Il vero ristorante argentino a Milano?

Il perché del successo meneghino di un modello semplice e collaudato, come quello di El Carnicero


Gli stranieri – in questo caso argentini – insegnano come unire qualità del cibo, appagamento estetico e conti in ordine. Non che interessi particolarmente il ceppo da cui venga l’idea, lungi ogni pensiero di sciovinismo e affini, ma è un fatto che Milano è una città ferma. Aperture dopo aperture dopo aperture: a stare dietro a tutti i nuovi ristoranti che hanno inaugurato negli ultimi 12 mesi, sull’abbrivio del fantomatico EXPO 2015, si rischia la gotta. Ma a leggere e gustare le “nuove” proposte offerte si rischia la noia dopo aver assaggiato l’ennesimo risotto e l’ennesima cotoletta o, innovazione dell'ultima ora, i brodini rivisitati.  

Non esiste una cucina moderna milanese. Niente, salvo qualche torretta qua e là. Come se sperimentare e unire i gusti utilizzando i favolosi ingredienti a disposizione del suolo italico fosse compiere un matricidio ai danni della tradizione italiana. E allora ecco che basta un modello semplice e collaudato che nei colori delle stanze, nella piastrellatura dei bagni, nei toni delle canzoni permetta agli avventori di uscire dal limbo della cotoletta alla milanese, della nebbia e dei tram atm, per avere un successo i cui ingredienti sono davvero facili da decifrare.

 

Come anticipato, mi riferisco al modello offerto a Milano dai ristoranti argentini, capitanati e al meglio rappresentati dal giovane, ma già collaudatissimo, El Carnicero. Dimenticate quell’aurea un po’ esclusiva e snob dei ristoranti argentini della prima ora; quel vezzo di mondanità che si respira ai vari porteni della città, ma siate pronti a incontrare un ambiente dinamico, giovane e rumoroso al limite della sovraeccitazione.  

 

Un menu chiaro e sintetico: empanadas, provoletas, l’immancabile pata negra e qualche peculiarità per coloro che avrebbero voluto essere degli amundsen, ma si devono accontentare di essere dei brambilla, come le mollejas, animelle grigliate alla perfezione tali da garantire una miscela difficilmente replicabile tra la croccantezza esterna data dalla grigliatura e la morbidezza tipica dei quinti quarti.  

 

Carni eccellenti sulle quali, a fianco ai classici filetti, spiccano tagli meno conosciuti, ma non per questo meno gustosi: vacio (taglio laterale) ed entraña, dal sapore molto intenso e che corrisponde alla parte del diaframma attaccata alle costole che i macellai italiani spesso dimenticano, ma che i mangiatori più cosmopoliti avranno riconosciuto nella skirt steak di matrice statunitense.  

Tutte le carni sono servite a tavola su una piastra in miniatura per non perderne il tepore e accompagnate da un purè (o purea che dir si voglia) di patate semplicemente perfetto nella sua cremosità non esasperata. Per chi avesse la gola secca, una lista dei vini intellegibile e non iper-ricaricata. Conto abbastanza salato, ma quasi giustificato.  
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EL CARNICERO
Via Spartaco 31, Milano
T. 02.54019816
M. info@elcarniceromilano.com
W. www.elcarniceromilano.com
 

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