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Il Piastrino, il ristorante che vale il viaggio a Pennabili

Una cucina che parte dal territorio e lo racconta in chiave moderna


“Un ristorante che vale il viaggio nell’entroterra romagnolo”: non lo dico solo per l’unicità dell’esperienza, ma anche per la strada per arrivarci. Siamo tra Romagna, Toscana e Marche, nel cuore del Montefeltro. Curve, tronanti e possibilità che qualche genere animale sbuchi da un momento all’altro, soprattutto la sera. Ma non voglio che questo passi come limite perché c’è anche la meraviglia di un panorama unico con borghi, castelli e chiesette che si susseguono facendoti pensare che la prossima volta devi regalarti più tempo prima di arrivare alla meta. Fiabesca. Un casolare settecentesco in pietra, incastonato in un paesino che sembra un presepe.

Correva l’anno 2007 quando Riccardo Agostini è arrivato qui, realizzando un sogno condiviso con la moglie Claudia. Visto il posto capisco il perché. La ristrutturazione, con l’associazione proloco locale, non ha intaccato minimamente l’anima del luogo, mantenendo il calore e l’accoglienza degli ambienti, come fosse ancora una casa. È di quest’anno invece un lavoro meraviglioso sull’esterno perché un palcoscenico unico, come questo, merita di essere valorizzato e integrato nell’esperienza enogastronomica. Food Garden. Tavoli completamente sotto le stelle, incastonati nel verde su piccoli terrazzini, a ognuno il suo, con un bellissimo orto illuminato che fa da sfondo ed è fonte di approvvigionamento. verdure ed erbe aromatiche sono grandi protagoniste in tutte le preparazioni, come ingrediente principale o come quid che fa la differenza nel piatto, vedi la lattuga alla brace, baccalà e bruschetta tra gli antipasti e la melanzana maturata, maggiorana e polline tra i secondi.

Gli ingredienti fanno il nome dei piatti e arrivano a un massimo di 4. Ognuno ha la propria identità e riconoscibilità, ma è anche unito agli altri in modo davvero esemplare, senza eccessi, ma con tanta semplicità e immediatezza. È una cucina che parte da qui e dal territorio, raccontandolo in chiave moderna, intendendo per modernità l’alleggerimento delle preparazioni, la freschezza e l’essenzialità, non certo i voli pindarici per stupire. Rispecchia in tutto e per tutto il cuoco, che è e che preferisce esprimersi con i fatti più che con le parole, sia a casa sua che fuori. Riusciamo a parlarci fino a fine serata, sulla porta all’uscita perché non è uno chef e non esce dalla cucina durante il servizio, anche con i clienti più affezionati, come quelli con cui ho il piacere di condividere l’esperienza. Una persona semplice, umile, delicata, innamorata del suo lavoro e progetto, e molto elegante. Lo stesso che si ritrova nei piatti. È una stella Michelin dal 2009. È la stella che piace a noi. Per nulla mediatica e che davvero se la merita, con una clientela da passaparola e che fa il viaggio solo per mangiare da lui, uno dei talenti più interessanti del luogo, ma anche del nostro Paese. Aggiungo alla portata di tutti.

Sono 3 i menù degustazione, oltre alla carta, Radici, Contemporaneo e Occasione, quello a mano libera dedicato a chi vuole esplorare a fondo l’idea della cucina con la sorpresa di non sapere prima il percorso. Prezzi? 55, 65 e 100. Non aggiungo altro se non un’altra nota di merito. Dicevamo cucina che è espressione del territorio in cui si trova, quindi alta collina che guarda il mare. Tradotto significa sapori soprattutto cucina di terra e di cortile, con qualche incursione di pesce d’acqua dolce, acciughe e baccalà. Sapori che facciamo nostri assaggiando l’animella, pepe rosa, fagiolini e pesca, i cappelletti di ceci, lumache, capperi e aglio nero e il tagliolino al tartufo nero, acciuga e ramen di faraona.
A seguire coniglio alla brace, cicoria e porcini e a chiudere uno tra i dolci più interessanti mai assaggiati: il babbà, cocco e sedano. Dolce non dolce, perfetto per esecuzione, equilibrio e freschezza.

Il suo passato? Tre le tappe più importanti: Taverna Righi di San Marino da Luigi Sartini, allievo di Marchesi, poi quella che più lo ha formato, anche per durata (10 anni), con Gianfranco Vissani e quindi i due anni all’Osteria del Povero Diavolo, per un desiderio di riavvicinarsi a casa e cominciare a scrivere la sua storia. Futuro? Qui, in questo luogo magico. E come dargli torto! Completa l’idillio la carta vini, personale, ragionata e con proposte davvero accessibili.

Contatti

Ristorante Il Piastrino

Via Parco Begni, Pennabilli (RN)
0541928106
info@piastrino.it
www.piastrino.it

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