Eufrosino Osteria: mangiare bene nella periferia di Roma
A Torpignattara l'osteria che rivisita i piatti della nonna
Ci vuole un pioniere per prendere due locali comunicanti che potrebbero essere un garage, in via di Torpignattara 188 a Roma, per poi trasformarli in due format gastronomici diversi e complementari. Un’Osteria e una pizzeria unite dal corridoio dei servizi. A Rota pizzeria romanesca è il laboratorio a lievitazione naturale di Samy El Sabawy ed Eufrosino Osteria, gemella curiosa, è la giostra di Paolo D’Ercole.
Il locale
Il format è del pioniere di cui sopra, Marco Pucciotti, un imprenditore che sa quello che vuole e dove lo vuole. Un talent scout che costruisce offerte gastronomiche mirate in geolocalizzazioni precise e che, dopo aver conquistato l’Appio Latino della capitale, continua a sorprendere, investendo nella periferia. Loghi, nomi, filosofie e locali che colpiscono sempre per l’originalità del pensiero creativo e per la qualità dell’offerta proposta. In questo caso, come detto, siamo a Torpignattara, un nido di strade e palazzi ingarbugliati intorno all’acquedotto Alessandrino. Eufrosino è un’osteria nel nome e una trattoria e ancora un circolo nell’anima, uno di quei luoghi ristorativi dove si poteva mangiare roba dritta seduti a un tavolo di legno su sedie di legno, con il carrello dei liquori che ti guarda da lontano. L’arredo è una ricostruzione il più possibile fedele a quello stile, con la grande intuizione di una luminaria trovata nei lampadari verdi da biliardo in pieno storico anni Ottanta. La cucina a vista sulla sala è l’unico colpo scenografico, molto ben assestato, che ti proietta a Roma nella seconda decade del 2000.
La filosofia
La particolarità di Eufrosino non è solo il nome che, come proprio di persona, è utilizzato al femminile e deriva dal greco Euphrosine ovvero “gaiezza” (l’11 febbraio è il suo onomastico ndr), ma la grande circolarità d’offerta di piatti alla carta. Abbiamo detto che siamo in osteria e abbiamo detto che si parla di tradizione, adesso aggiungiamo il fatto che tra antipasti, primi, secondi e contorni, fino ai dolci, troviamo piatti legati a tutto il territorio nazionale. Come dice lo chef Paolo D’Ercole: “è una sfida quotidiana molto stimolante, perché cercare piatti di ogni territorio e riproporli in una città come Roma, dove più o meno c’è sempre qualcuno che da quelle origini deriva, mi mette alla prova nel conquistare chi qui poi viene a riscoprire sapori che conosce – continua tra l’emozionato e l’adrenalinico - alcuni dicono che i piatti sono buoni, ma che la nonna lo faceva diversamente e questo ci sta, anzi è una sensazione positiva per entrambi ridare vita ai ricordi con sapori nuovi che rimangono convincenti”.
La cucina
Parliamo di piatti.
Tra gli antipasti, l’Acquacotta è un insieme delicato di ingredienti decisi, con una spiccata nota vegetale. Questa ricetta povera, ma gustosa, che viene dalla Maremma, ci è piaciuta molto. La parmigiana di cardi è, senza troppi giri di parole, un caterpillar di sapori diretti, con una consistenza davvero appagante. La torta di faraona e cavolo nero è sorprendente, mentre le Stigghiole siciliane sono per palati veterani. La misticanza, con la quale vengono servite proprio le Stigghiole, andrebbe inserita nei contorni. Tra i primi spiccano le Chitarrine cacio e ova, con carne di pecora, che personalmente sono state un vero tuffo in un’adolescenza abruzzese; le tagliatelle al ragù bolognese hanno un gusto pieno, mentre la pasta e fagioli ha nei maltagliati un punto di forza assolutamente di livello.
Arrivando ai secondi, posso consigliare senza dubbio lo Stracotto di Asino, una carne tenera e gustosa, servita col fondo su un letto di purè di patate, un piatto rotondo dalle note speziate delicate, con un grande equilibrio tra acidità e dolcezza mai invadenti.
polpette con i carciofi delicate e cotolette d’abbacchio fritte magistralmente, anch’esse molto tenere, servite con delle puntarelle davvero buone. Tra i dolci, ne ho provato solo uno, una notevole crema al mascarpone servita con una caprese alla quale avrei dato maggiore mordenza. Ottima carta dei vini, davvero divertente l’offerta che spazia su ogni preferenza, compreso lo champagne che potrebbe sembrare fuori luogo, in un format così, se non fosse che ai tavoli si gode dell’impeccabile servizio di Paolo Abballe, Chevalier du Champagne e grande uomo di sala. Fidatevi di lui.
Perché Eufrosino Osteria?
Perché abbiamo seguito mode di ogni tipo basate sull’estetica e sulla tradizione, ma un luogo dove poter assaggiare un concetto di tradizione più ampia, e qualche colpo di classe dello chef Paolo D’Ercole, non c’era. Perché farlo a Torpignattara non ha prezzo, anzi, ne ha uno più competitivo di quanto non si pensi e mangiare bene in periferia, serviti bene in un posto che abbia un senso, è raro.
Contatti
Eufrosino Osteria
Via di Torpignattara 188, Roma
348.5883932
press.osteriaeufrosino@gmail.com