Ca' del Moro Wine Retreat: un resort con cucina raffinata in Valpolicella

LA STORIA DI CA' DEL MORO

Ce ne fossero, di imprenditori del mondo della finanza come Massimo Gianolli, con la sua passione autentica per l’enogastronomia. Gianolli fonda La Collina dei Ciliegi nel 2010, un’azienda vitivinicola nella magnifica Valpantena che di fatto prende vita quasi cent’anni fa, quando il padre Armando nasce a Verona e per i suoi primi anni cresce proprio quassù, a Erbin, prima di tornare a Milano e fare una lunga carriera nel mondo delle assicurazioni.

Di questo posto non si scorda e, tra gli anni Sessanta e Settanta, acquista terreni e crea l’azienda agricola che prima diventerà cantina e poi struttura d’accoglienza con il nome di Ca’ del Moro Wine Retreat.

Un luogo elegante immerso nei cinquantotto ettari di proprietà con trentatré vigneti tra i 450 e i 700 metri d’altitudine, frutto di un accurato recupero delle vecchie stalle del borgo di origine cimbra, seguendo i metodi antichi utilizzati per le malghe della vicina Lessinia.

LA CUCINA

I dettagli sono curati negli aspetti più minuti, in modo tale che antico e moderno si fondino in armonia anche nelle ampie stanze dotate di ogni comfort. Certamente in un contesto del genere non poteva mancare una cucina all’altezza.

Il compito di governarla è stato affidato a Giuseppe Lamanna, giovane calabrese capace di tradurre e comporre le sue origini gastronomiche e i sapori locali in piatti di grande gusto, affiancato dalla compagna Lina Maffia, ottima cuoca anche lei.

Gli ingredienti arrivano dai grandi orti della proprietà e da fattorie e produttori locali, in sintonia con le stagioni, anche se si trovano piatti di pesce. Tra gli antipasti il goloso uovo con crema di zafferano della Lessinia, tastasal croccante e Monte Veronese, oppure, per andare sul vegetale, l’ottimo sedano rapa, pesto di rucola e pane arrostito. Si continua con i ravioli fatti in casa alle ortiche, ricotta di malga e fagioli di Lamon o ancora con un Carnaroli perfettamente al dente mantecato al Parmigiano 30 mesi con asparagi, spugnole e jus di vitello.

Da non perdere l’agnello di pecora Brogna con fungo ostrica e capperi, oppure, per chi ama l’azzardo (ma ben calcolato), un piatto vegetale che si rivela di grande finezza come radicchio, mirtilli, girasole, menta selvatica e cioccolato. Si conclude in piacevole bellezza con fragola, cioccolato bianco Ivoire, basilico e polline degli alveari di proprietà.

Ben assortita anche la carta dei vini che, oltre alla produzione di Collina dei Ciliegi, ha parecchie etichette interessanti. Due menu degustazione a 70 e 100 euro (5 o 9 portate), sui 60 euro alla carta.