Meloni anti caldo
4 varietà locali di melone per sopravvivere all’estate
L’estate sta arrivando e il caldo, che già in questi giorni ci sta mettendo a dura prova, aumenterà. Con le temperature così alte anche i ricchi piangono e il solo modo per sopravvivere al senso di appiccicaticcio è dare fiducia ad alimenti freschi e leggeri. Il consiglio è quello di spegnere i fornelli e di aprire frigoriferi e congelatori. Via libera a frutta e verdura con cui preparare insalate, macedonie, gelati e frullati. Tra i cibi anti caldo protagonisti di questa lunga estate calda ci sono sicuramente i meloni. Tondeggiante o ovale, con buccia liscia o reticolata, dal profumo intenso e dalla polpa dolce, il melone appartiene alla famiglia delle cucurbitacee. Nonostante l’immaginario collettivo dia per scontata la sua natura di frutto, l’identità del melone è molto più ambigua di quanto si voglia credere. Il metodo di coltivazione e la modalità con cui anticamente veniva consumato (condito come un’insalata) rendono evidenti le sue affinità con le verdure e per molto tempo è stato considerato tale. Anche le origini sono poco definite: secondo alcuni proviene dal vicino e medio Oriente, altri sostengono che le radici del melone siano da rintracciare nel bacino del Mediterraneo e recenti ricerche attribuiscono le prime coltivazioni ai sardi di epoca nuragica. Esistono però dei punti fermi: nessuno può discutere sugli effetti idratanti e rinfrescanti di questo prodotto, così come sulla sua comodità. Ve lo proponiamo in 4 varietà locali che, approfittando della stagionalità, potete acquistare al giusto prezzo. E in barba ai 20.000 dollari dei meloni giapponesi Yubari King!
Melone Mantovano
Se dici melone in Italia il primo pensiero va a Mantova e alla sua provincia (Sermide, Viadana e Magnacavallo in primis), ma in realtà l’Igp del melone mantovano comprende anche le produzioni di Cremona, Modena, Bologna e Ferrara. Il melone ha un’identità strettamente connessa alla città di Mantova: era diffuso già ai tempi dei Gonzaga e lo si seminava fin dal XV secolo. Esistono due tipologie di melone mantovano: retato, che occupa il 70% del mercato italiano, e liscio. Il retato tipologia “Supermarket” ha una forma tonda tendente all’ovale, buccia verde o gialla rugosa, polpa arancione, gusto dolce. È disponibile da maggio a ottobre. Il liscio tipologia “Tamaris” è reperibile sul mercato da giugno a settembre. Ha una buccia liscia dal colore grigio-verde chiaro che vira al giallo paglierino-crema (in base allo stadio di maturazione) e dal profumo intenso; una polpa arancione con pochi semi, soda, succosa e un gusto molto zuccherino.
Melone Cartucciaru
Forma allungata con l’estremità ricurva, buccia gialla e liscia, polpa bianca e succosa: è il vecchio cartucciaru di Paceco, nel Trapanese. Una varietà antica di melone che con il tempo è sparita dai campi per la bassa resa. Grazie al lavoro di recupero delle sementi, fatto da alcuni agricoltori locali, oggi è di nuovo coltivato nella sua forma ibrida, sempre precoce, ma più produttiva. Si semina ad aprile, si raccoglie da giugno ad agosto e si può conservare fino a due mesi, diventando più zuccherato. È una varietà resistente che non richiede irrigazione e concimazione, ma raccoglierlo costa fatica. Ecco perché a fine luglio, quando il prezzo crolla per l’eccessiva offerta di meloni sul mercato, il gioco non vale la candela e i cartucciari vengono lasciati in campo a nutrire le greggi.
Melone Sardo
Che i sardi siano stati o meno il primo popolo in Europa a coltivare il melone non possiamo affermarlo con certezza, ma siamo sicuri dell’esistenza di una varietà prodotta nell’isola. Conosciuto anche come piel de sapo o pelle di rospo, il melone sardo ha una forma allungata, con buccia verde scuro rugosa e macchiata di chiazze nere e gialle, polpa bianca, soda, croccante, ma succosa, gusto dolce. È una varietà che si coltiva in asciutto e non ha bisogno di irrigazione. Si semina a marzo e si raccoglie da giugno fino a settembre. Ha un’elevata capacità di conservazione: si mantiene anche per tre mesi e si consuma spesso a dicembre, tanto da essere considerato un melone invernale.
Melone Carosello
Nonostante spesso sia definito cetriolo, il carosello è una varietà nata da un’ibridazione spontanea tra cetrioli e meloni. Una coltivazione antica presente da secoli in Puglia e testimone della grande Biodiversità di questa regione. Di dimensioni minori rispetto alle altre varietà di meloni, può presentarsi in tantissime forme frutto delle contaminazioni locali e non tutte completamente censite. Due sono quelle più comuni: una ha la forma allungata con buccia verde scuro, coperta di peluria (caroselli); l’altra ha un aspetto più tondeggiante, meno allungato, con buccia glabra e verde chiara (barattieri). Si mangiano crudi, senza condimento o cosparsi di sale, come insalata.