Gli abusivi del pane
Si chiamano panifácoli e sono specializzati nella preparazione e nella vendita di pane clandestino
Regolare una comunità non è cosa facile. Lo sapeva bene Benedetto che, conoscendo l’anima umana, dovette scrivere una Regola per contrastare i furbetti tra i fratelli in Dio nel monastero:
Se nel monastero ci sono artigiani, esercitino questi mestieri in tutta umiltà, se l’abate ha dato il permesso. Se qualcuno di essi s’inorgoglisce per l’abilità che ha nel suo mestiere, poiché si convince di arrecare qualche profitto al monastero, costui sia allontanato da questo mestiere e non vi ritorni più, a meno che non si umilii e l’abate gli dia nuovamente il permesso. Se si deve vendere qualche prodotto degli artigiani, coloro per le cui mani devono passare i prodotti badino bene di non commettere qualche frode […] Il male dell’avarizia non s’insinui poi neanche nei prezzi, ma si venda sempre a un prezzo un poco più basso di quanto può essere dato dai secolari, “affinchè in tutto sia glorificato Dio”.
Grazie alla Regola di cui sopra, la LVII, Benedetto fu fatto Santo e Patrono d’Europa. Ma, come sempre accade, fatta la regola, viene trovata la “sregola”. Il genio e la sregolatezza che regolano l’uomo, impiegano due minuti a far cadere una tegola sulla testa del legislatore che ha emanato la regola proprio due minuti fa. Un esempio? Avete mai sentito parlare dei panifácoli?
I panifácoli, etichetta sudista per gli abusivi del pane, spesso d’accordo con i panicuócoli, trasgredendo e infischiandosene delle disposizioni in materia sanitaria, fiscale e di concorrenza leale, negli anni Sessanta ad esempio, preparavano e vendevano pane clandestino, creando malumori nel settore. Ora, un pane clandestino si aggira per l’ Europa? Chissà chi lo sa; ai NAS l’ardua sentenza! secondo le regole della Comunità Europea, siccome si può fare anche di patate o mais, tutto è pane e niente è pane.
L’artigiano panificatore vicino casa mia vive lontano da congelate logiche industriali, si è dato una legge a se stesso, una sola regola, ferrea: preparare buon pane di semola rimacinata di grano duro e cuocerlo nel forno a legna, per il benessere di ogni essere. Non si chiama Benedetto ma Angelo, non è ancora santo, e fatica come un mulo perché la preparazione del pane è un duro lavoro, anche notturno, e io vado tutte le mattine fresco fresco a prendere il mio quotidiano a manco tre euro al chilo. Regolare eh!