Torna a inizio pagina

Addio Sirio Maccioni

Ci ha lasciato il più grande ambasciatore dei prodotti made in Italy a New York


Il mitico Sirio Maccioni di Le Cirque ci ha lasciato. È stato il più grande ambasciatore di prodotti, vini e oli italiani negli Stati Uniti, nonostante il suo locale proponesse cucina francese, di cui aveva grande ammirazione, assolutamente ricambiata da tutti i grandi chef francesi. Addirittura Paul Bocuse aveva inserito, nel menù, la crema brulèe di “Le Cirque”. Nel suo locale trovavano posto anche proposte di ricordi italiani, come i bomboloni, dessert così amati quelli della sua città Natale, dove aveva iniziato come cameriere al Grand Hotel La Pace di Montecatini. Poi esperienze in giro per il mondo, tra cui le crociere Europa-Usa assieme, in cucina, a Giorgio Grai, winemaker scomparso mesi fa.

Dopo, Parigi dove, grazie all’amicizia con Yves Montand (al secolo Ivo Livi di Monsummano) trova lavoro in prestigiosi alberghi per poi approdare a New York e, in seguito a varie esperienze, nel 1974 prende le redini del ristorante “Le Cirque” al Mayfair Hotel che poi cambierà tre indirizzi prestigiosi. Negli anni questo miglior anfitrione del mondo è diventato un personaggio da copertina. Il suo locale a New York era un teatro, dove si potevano incontrare presidenti, ex presidenti degli Stati Uniti (come mi ha raccontato più volte, addirittura ben 3 nello stesso giorno a pranzo) i più importanti finanzieri e banchieri del mondo, star del cinema, come Woody Allen, le modelle del momento e perfino Papa Wojtyla.

Di solito lo star system cerca solo la vetrina, ma posso confermare, per le tante volte che ho mangiato nel locale di Sirio, che la cucina fosse di grandissima qualità e soprattutto la cantina contenesse le migliori etichette francesi, italiane, ecc. Il jet-set americano era di casa a “Le Cirque”, di ognuno Sirio conosceva il piatto e il tavolo preferito, la difficoltà era la prenotazione, ma non negava mai il posto a un italiano di passaggio a New York, che volesse sedere nel prestigioso locale. Quando veniva in Italia, spesso sono stato con lui in giro per ristoranti, sempre interessato a scoprire il nuovo, soleva dire che è molto facile fare una cucina stellare con pochi coperti e il menu degustazione fisso, mentre riteneva fosse più difficile cucinare per 150/200 commensali con una scelta libera dei piatti, come proponeva lui a New York.

Ciao Sirio, grazie della tua amicizia.

ADV