A Milano Golosa si sperimenta la contaminazione
Dal 12 al 14 ottobre con Milano Golosa debutta Asian Taste
Milano viene sempre più accostata a New York, Londra, Parigi come città d’avanguardia per i suoi eventi culturali, di moda e di design, per l’organizzazione dei servizi, per la qualità dell’hotellerie e della ristorazione. Insomma, è diventata in pochi anni anche una destinazione turistica internazionale. Chi avrebbe mai pensato di vedere le vie di Brera, del quartiere Garibaldi, i musei, i luoghi d’arte (e non solo il quadrilatero della moda) affollati tutto l’anno da un pubblico che si muove con le cartine della città?
La città della Madonnina è sempre più nel gotha turistico e non solo una meta business, come in passato. In questa sua evoluzione c’è un aspetto forse meno conosciuto, ma non meno importante: Milano è sempre più città della contaminazione gastronomica, con la presenza delle migliori espressioni culinarie cinesi, giapponesi, coreane in Italia (Gong, Iyo, Wicky’s, Basara, Yoshi Nobu, Mu Dim Sum, Sakeya, Saigon, Takochu, Shimokita, Maido, Osaka, Yazawa ecc). Locali e chef che, in pochi anni, hanno cambiato l’immagine della cucina orientale anche nei confronti della critica gastronomica. Di certo, tuttora, rimane una certa diffidenza di fronte a imponenti chiusure di locali orientali che non rispettano regole sanitario igieniche e di legalità, ma ciò non toglie che comincino a spiccare le eccellenze.
In realtà, sta emergendo anche un fenomeno “sotterraneo” che va sempre più evidenziandosi: lo scambio di conoscenze in cucina e l’utilizzo di ingredienti made in Italy nei locali orientali e viceversa. Un cameo di questa silenziosa contaminazione sarà possibile viverlo durante Asian Taste, il nuovo padiglione di Milano Golosa (Palazzo del Ghiaccio di Milano dal 12 al 14 ottobre) dedicato alla cucina e ai prodotti asiatici di qualità, con assaggi, show cooking e master class. La fotografia che appare è sempre più chiara: siamo in presenza di una vera e propria contaminazione gastronomica. Chef italiani nelle cucine orientali e l’introduzione di materie prime giapponesi, cinesi e coreane nei piatti di chef italiani: succo di yuzu, alghe kombu, katsuobushi, mirin, tofu, soia e inoltre la pregiatissima carne wagyu. Come conferma il patron di Union Trade, il più importante market di prodotti orientali in Italia, gli chef italiani sono tra i suoi più importanti fruitori.
A seguito della contaminazione nei ristoranti, anche la gastronomia ha cominciato a mostrare alcuni fenomeni altrettanto interessanti, sopra tutto la produzione artigianale di ravioli: manualità e ricetta cinese con carne made in Italy (Mu Dim Sum, Ravioleria Sarpi). Non solo piccoli artigiani: a Crema, l’azienda Mulan produce piatti pronti, frutto di ricette e lavorazione cinese, con ingredienti italiani a chilometro zero per la grande distribuzione. Anche bevande, quali il sake, fermentato giapponese, hanno cominciato a trovare spazio nelle tavole dei locali, così come ha successo il tè matcha e la birra nipponica Asahi super dry al gusto Karacuchi.
Contatti
Asian Taste
Palazzo del Ghiaccio - Via Piranesi 14, Milano
02.86462555
info@milanogolosa.it
www.milanogolosa.it