Un museo ristorante tra le rovine archeologiche

Sono tanti gli ingredienti che rendono unica questa Hostaria: il lusso del relais a cinque stelle in cui è inserita, le rovine archeologiche che attorniano i tavoli e il talento del giovane cuoco, Antonio Cuomo, che regala agli ospiti con i suoi piatti lo stesso stupore che si prova entrando in questo museo/ristorante.

I sapori della tradizione

La partenza è un emozionante viaggio nel tempo, l’arrivo un’elegante e intima esperienza a tavola da ricordare grazie a un susseguirsi di proposte che raccontano la personalità del cuoco, le sue origini napoletane e l’innamoramento per la sua nuova città.

Il cuoco punta sulla valorizzazione dei sapori della tradizione, partendo da un’accurata selezione delle materie prime e da gusti semplici, che però rende accattivanti grazie al suo estro, ad accostamenti più che creativi e alla tecnica, senza mai prescindere dall’equilibrio. Tutto è fatto in casa e nasce da un ricordo d’infanzia, un’emozione, un viaggio o un’ispirazione, per un risultato nel piatto che è anche un’opera di food design, perché un altro suo tratto distintivo è la cura estrema per il dettaglio, anche nella presentazione.

Le proposte veg

La verdura è gran protagonista in tutte le portate, ma soprattutto nelle proposte veg, come la pasta fagioli e albicocche, imperdibile, e l’ assoluto di zucchina in olio cottura con cous cous al verde di basilico, uva sultanina e crema di mandorle. Delle proposte di mare raccomando il carpaccio  di capesante atlantiche con gel di lamponi, emulsione di pepe rosa,  gocce di aceto balsamico e foie gras e, passando alla carne, il cosciotto d’anatra confit al campari con asparagi, anguria e rapanelli.

Di che colore siete per il dolce? White è freschezza a base di yogurt, menta e cetrioli, Orange un gioco di consistenze di carota e nocciola. La cantina? Un caveau incastonato negli scavi con più di 250 etichette, nazionali e internazionali.