Supermercati
La spesa si fa nel virtual store della metro
Ne abbiamo sentite di tutti i colori. Pare che il supermercato del futuro sia dotato di micro-chip in grado di segnalarci le calorie acquistate, il SUB-TOT della spesa e quando è giunto il nostro turno alla cassa. Le novità non si fermano qua, udite udite, tra i banchi avremo pure il profumo degli habitat naturali dei prodotti. Profumi di mare nel banco pesce, profumi di orto nel banco frutta-verdura e chissà cosa si inventeranno per il banco carni. Ancora non lo sappiamo. Al momento tutte queste novità stanno avendo luogo altrove: Inghilterra e USA principalmente.
L’ultima conquista da parte dei BIG della grande distribuzione consiste nel fatto che ora è possibile fare la spesa nei tre minuti che separano un metro da un altro. Evitare lo stress provocato dai supermercati: le file alle casse, i bambini che piangono perché vogliono farsi comperare l’ennesimo pacco di chips o la vecchietta che ti attacca bottone per ricordarti che sei proprio un bravo ragazzo. Il tempo è sempre meno e il denaro pure. Così anziché abbattere i prezzi sono stati abbattuti i tempi. L’idea appartiene alla catena internazionale di supermercati Tesco. Cartelloni pubblicitari a mò di scaffali permettono di scegliere i prodotti preferiti direttamente nei corridoi della metropolitana. Basta scaricare l’apposita App sul vostro smartphone, scattare una foto al QR-code e pagare direttamente on-line. Vi sarete così riforniti delle vostre provviste. Quando riemergerete dai sotterranei urbani e arriverete a casa, troverete la spesa belle pronta all’ingresso del vostro appartamento.
Non serve più tastare la frutta. Non è necessario odorare la verdura. Arriva come arriva. Le preferenze personali non sono soddisfabili. Per essere sicuri che le banane siano quel poco più mature, non bisogna fare altro che andarle a comperare personalmente. Si può acquistare ogni cosa, ogni ben di Dio. Il marchio è l’unico garante della qualità del prodotto. L’idea promette bene e nella Corea del Sud il successo è già stato ottenuto. E quel famigerato rapporto diretto tra produttore e consumatore? Probabilmente questa è un’altra storia.