Pappiamoci il Carnevale!
In arrivo in tutta l'Italia una sequela di feste e dolci caratteristici
In Sicilia, durante il carnevale della contea di Modica si fa la ‘mpagnuccata (dolce di origine araba) che, in altri territori, si chiama pinnocchiata o pignolata a Palermo. In Sardegna, dove ogni borgo ha il suo carnevale soprattutto in maschera, a Mamoiada dove sfilano i mammunthones, maschere di legno nero chiuse da un fazzoletto scuro, con indosso pelle di pecora e particolari campanacci, le specialità più diffuse sono: para frittus, fatti frissi (zeppole), frsjoli, acciuleddi. Altro carnevale di rilievo è la Sartiglia a Oristano.
Nel centro Italia (Marche, Umbria, Abruzzo) la specialità più diffusa è la cicerchiata, una preparazione molto antica a base di ceci e miele. La risposta del Sud alla cicerchiata è costituita dagli struffoli Napoletani; all’apparenza il dolce sembra identico, ma le due ricette presentano numerose differenze. Inoltre, il dolce napoletano viene guarnito con “cannulilli” e “diavulilli” colorati, quasi a voler significare l’innata allegria e il folclore tipici di questo popolo. Sempre in Campania si prepara il causone napoletano di fattura simile ai tortelli dolci di altri territori, soprattutto in Emilia, però presenta una variante alla ricetta davvero singolare e forse un po’ piccante: il pecorino. Tra i dolci protagonisti ci sono le famose zeppole (con o senza ripieno di crema pasticciera). Si narra che il giorno di San Giuseppe, che si festeggia il 19 Marzo, i friggitori napoletani si esibissero pubblicamente nell’arte del friggere le zeppole davanti alla propria bottega. E ancora nel napoletano si prepara o forse si preparava il migliaccio a base di miglio (ormai introvabile) e ricotta e anche il sanguinaccio, oggi bandito perché prevede il sangue di maiale. Insomma ovunque un carnevale all’insegna di semel in anno licet insanire.