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Locro e alfajor per le feste patriottiche argentine

Una specie di minestrone alla zucca e un dolcetto di mais e latte cotto, che vengono preparati per celebrare le feste patriottiche argentine il 25 maggio.



Il 25 maggio è festa patria in Argentina, giacchè nel 1810, e in seguito a una settimana di dibattiti rivoluzionari al Cabildo e alla raccolta di 476 firme, la mattina di quel giorno fu designata la “Junta Provisoria Gubernativa”, cioè il primo governo indipendente dalla corona spagnola e dal suo Virré.

COSA MANGIARE IL 25 MAGGIO SE VI TROVATE IN ARGENTINA

È di rigore mangiare locro, cibo patriottico argentino per eccellenza. E infatti, di locro se ne preparano letteralmente a tonnellate per festeggiare il giorno della Patria e anche il 9 luglio, giorno che commemora la proclammazione dell’indipendenza argentina. In realtà si tratta di un piatto popolare originario che si trova anche in Cile, Ecuador, Paraguay e Perú, con infinità di ricette e varianti; “locro” sarebbe un nome indigeno quechua, derivato da “luqru” o “rucru”.

Il locro è una specie di stufato o zuppa densa con base vegetale, pastosa per via della zucca dissolta, con fagioli bianchi, mais e normalmente (perché, volendo potrebbe essere anche vegetariano), diversi tipi di carne di manzo e maiale e salsiccia rossa, il tutto cotto a fuoco lento per due ore come minimo. Questo piatto, abbastanza pesante, si serve accompagnato da una salsina oleosa piccante fatta con abbondante erba cipollina, peperone e peperoncino.Locro_Argentina

E COME DOLCE...

Per finire, delle tortine di pastafrolla ripiene con una pasta di patata dolce o di mela cotogna; oppure il dolce chiamato “factura”, un impasto soffice con crema pasticciera, pere sciroppate e fragole, derivati dall’immigrazione europea in Sudamerica.

O ancora i magnifici “alfajores”, il cui lontano origine come concetto—cioè due biscotti o cialde con un ripieno tra di loro—si trova in Spagna. Ma l’alfajor argentino, già documentato dall’epoca coloniale, viene elaborato con più amido di mais che farina di grano, quindi un prodotto delle Americhe che dona a questo dolce una friabilità celestiale.

Nonostante si trovino varianti, il ripieno tradizionale è costituito da “dulce de leche”, chiamato anche arequipe o cajeta: latte cotto con zucchero e molta pazienza durante tre ore, mescolando continuamente per evitare granuli, fino a ottenere una crema marrone, liscia e suave, con la consistenza giusta per essere rinchiusa tra i due cialde di amido di mais. Cosparse da zucchero a velo. Una bontà!Alfajor

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